28 aprile 2015

Il pendolo

Perchè la vita di tutti i giorni, con il suo baccano e le sue attrazioni, tende ad assorbire un buon 90-95% della nostra attenzione. Altrimenti, se si riuscisse a prendere un certo distacco, allargando il campo di attenzione in modo tale da includere anche noi nella visuale e dilatandolo così da osservare un arco di tempo più lungo, noteremmo il pendolo e potremmo studiarlo. O meglio, studiare il rapporto tra lui e noi.

Per aiutarci a eseguire questo esperimento scientifico, sarebbe importante andare controcorrente: riducete il rumore. Mica facile in un mondo sempre più rumoroso, che chiede porzioni sempre maggiori del nostro tempo, che tende a farci odiare la nostra quotidianità facendoci desiderare “l’evasione” in mille forme, da quella fisica (ovvero “andare da qualche parte”) a quella personale (ovvero “essere qualcun altro”). Ecco, riducete tutto. Provate a ridurre gli stimoli “extra-ordinari”. In questo modo l’esperimento elimina buona parte delle variabili ambientali. L’ambiente diventa “controllato”, nei limiti del possibile, e si può lavorare meglio, con più chiarezza, sul soggetto dell’esperimento: voi.

Già normalmente lo potete notare, il pendolo. Lavora sul vostro umore, sui vostri pensieri, sui vostri comportamenti, le vostre azioni e reazioni. In base a come siete (“essere” è il Verbo), agirete/penserete in un certo modo piuttosto che in un altro. Quando sentite dire “noi siamo quello che facciamo”, sputate in bocca al cretino che si azzarda a diffondere una vaccata simile. La difficoltà, però, sorge quando lo stato d’essere cambia costantemente. Eh, bel problema. Se ci avete fatto minimamente caso, i cambiamenti vanno dall’euforia di una grande gioia alla depressione della più potente delusione. E’ il pendolo.

Ma, direte voi, accade perchè gli avvenimenti della vita lo fanno accadere. Mmm, non solo. Ecco perchè può aiutare ridurre gli avvenimenti “extra-ordinari”: perchè può farvi accorgere che il pendolo agisce sempre e comunque, anche quando tutto sembra immobile. Gli stessi stimoli, o stimoli molto ma molto simili, un giorno vi fanno gridare al miracolo e il giorno dopo vi fanno desiderare di non essere mai nati per poi, il giorno dopo ancora, farvi elevare preghiere di ringraziamento ai vostri idoli divini.

Noterete pure una certa ciclicità dei vostri stati d’animo e dei vostri pensieri. Cicli più piccoli dentro altri cicli più grandi. Un’ora, un giorno, una settimana, un mese, un anno. Più il ciclo è lungo, più profondo e potente è lo stato d’animo. Il che è ovvio, se ci pensate.

Ma ridurre gli stimoli potrebbe non essere sufficiente. Eh sì perchè fin quando il vostro stato d’essere è buono, farete più fatica a riconoscere ciò che è la realtà da ciò che è solo un piacevole inganno. E’ come fare confusione tra “amore” e “sesso”, oppure sempre tra “amore” e quella forma di dipendenza psicologica che noi siamo stati condizionati a chiamare “amore”. Nessun problema: la natura ci viene in soccorso anche qui. Come? Facendo diventare tutto sempre più nero ai nostri occhi. Si parte con le piccole cose (i cicli “minori”) fino ad arrivare all’impressione di scollamento totale col mondo (i cicli “maggiori”). E’ quando sembra, no no: è quando si è convinti, sulla base di ciò che si sperimenta in prima persona (ovvero ciò che si è in un determinato momento), di essere totalmente inadeguati alla vita e perfino alle persone più care che ci stanno intorno, che accade il piccolo miracolo. Cioè, accade anche mentre siamo in uno stato d’essere buono ma, come dicevo poco fa, è più difficile riconoscerlo. Quando, invece, lo schermo è nero diventa molto più semplice vedere una lampadina accesa.

Il pendolo, da qualche tempo bloccato, fermo, riceve una scossa e ricomincia a oscillare. Siete diventati consapevoli di una piccola (o grande) frazione della realtà oggettiva prima esterna al vostro campo visivo. Avete aggiunto un tassello alla vostra conoscenza. Ora siete naturalmente portati a stare meglio, fino a stare davvero bene, euforici, entusiasti. Dopodichè il quadro tornerà a scurirsi, piano piano, ciclo dopo ciclo, piccoli e grandi.

Pendolo

Il pendolo, ricaricato per un breve istante dall’elettricità della consapevolezza, perderà man mano l’inerzia in quanto non più alimentato. Per cui, inizialmente, rimarrà per pochissimo tempo in posizione verticale, puntato verso il basso. Il “negativo” sarà solo un momento fuggente, necessario per passare da un lato positivo all’altro. L’inerzia diminuirà sempre di più, se non verrà alimentata da un’altra presa di consapevolezza. Il movimento si farà più lento: non si raggiungeranno più quegli alti picchi di positività e la punta tenderà a rimanere sempre più rivolta verso il basso, fino al caso estremo dello schermo nero totale. Lì il pendolo è fermo, causandovi un forte dolore. E’ lì, però, il momento migliore nel quale si diviene consapevoli di qualcosa. In quell’istante arriva una scarica elettrica e il moto riparte. E succede sempre. Il pendolo non è fatto per stare fermo.

15 aprile 2015

Allegoria cristiano-satanista

Ci sono un cristiano convinto e un satanista altrettanto determinato. Entrambi si ritrovano a stringere tra le mani un coltello dalla lama molto affilata. Di fronte a loro, posto a mò di trofeo su un gigantesco vassoio d’argento, vi è un enorme pezzo di carne, grandissimo oltre ogni misura, al punto che probabilmente un tirannosauro troverebbe poca fortuna nel tentativo di mangiarlo tutto prima di morire di vecchiaia. Il suo aspetto è semplicemente meraviglioso, irresistibile, quasi irradia gioia solo a guardarlo.

Al satanista, però, non interessa minimamente cibarsene. Distoglie subito lo sguardo, prende il coltello e inizia ad auto-infliggersi delle ferite. Dopodichè se ne va in giro e, ad ogni persona che incontra, cerca di piantare ferocemente quel coltello nel corpo, riuscendoci piuttosto spesso e provandone molta soddisfazione.

Il cristiano, invece, è fortemente attratto dal monumentale tocco di succulenta carne, lo brama oltre ogni altra cosa al mondo e non gli stacca mai lo sguardo di dosso. Tuttavia ripudia il coltello, ritenuto peccaminoso e radice di quasi ogni male dell’uomo. Per cui, non appena si rende conto dell’esistenza di quell’oggetto affilato nella sua mano, lo getta via sdegnato e anche un po’ impaurito, rimanendo senza la possibilità di cibarsi anche di un solo boccone di quella meraviglia fissa davanti ai suoi occhi.

Entrambi moriranno di fame.

10 aprile 2015

Come ti inculano con i simboli

Quando iniziai a interessarmi di controinformazione, e quindi di tutti quegli argomenti dei quali non si parlava nel cosiddetto “mainstream” (oggi, invece, le cose sono abbastanza cambiate e alcuni tabù sono svaniti di fronte a trasmissioni televisive di dubbia divulgazione e documentari che lasciano più confusi di prima), non avevo sostanzialmente idea dell’esistenza di un intero “filone di indagine” relativo alle inclinazioni sataniste dell’èlite degli Opachi, come li chiamo io, e di tutto il corollario sul simbolismo satanista del quale sono impregnati film, video musicali, pubblicità in ogni forma e colore, cartoni animati e chi più ne ha più ne metta.

Mh, interessante, pensai. Questi qua mettono i loro simboli ovunque e io voglio scovarli tutti: pentacoli, bafometti, corna, triangoli rovesciati, occhio che tutto vede, piramidi e scappellamentiasinistracomefosseantani. Da stolto bifolco del basso volgo ignorante diventai pian piano un piccolo ricercatore di informazioni, così da rendermi più consapevole di un affare che, comunque sia, stava e sta sotto gli occhi di tutti. In questo modo, pensai, gliela mettiamo nel culo a ‘sti stronzi che prima ti tengono inconsapevole e poi godono nel giocare a fotterti in piena vista.

Controinformatori united, l’avanguardia dello svelamento dei piani e dei metodi elitari, i pionieri della libertà. ‘Staminchia. Adesso vi dico come quei vecchi marpioni degli Opachi traggono vantaggio dalla diffusione della conoscenza del significato di determinati simboli.

Intanto: cos’è un simbolo? Treccani.it:

Qualsiasi elemento (segno, gesto, oggetto, animale, persona) atto a suscitare nella mente un’idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla attraverso qualcuno degli aspetti che caratterizzano l’elemento stesso, il quale viene pertanto assunto a evocare in partic. entità astratte, di difficile espressione.

E, sempre la Treccani, ci ricorda l’usanza originale:

Nell’uso degli antichi Greci, mezzo di riconoscimento, di controllo e sim., costituito da ognuna delle due parti ottenute spezzando irregolarmente in due un oggetto (per es., un pezzo di legno), che i discendenti di famiglie diverse conservavano come segno di reciproca amicizia.

Il simbolo è un rimando, un qualcosa che richiama determinate immagini, concetti, sensazioni; è la metà di un messaggio, non la sua interezza. Il messaggio diventa completo quando avviene il richiamo. Se io vedo un cuore, quello, per me, è il simbolo dell’amore ma di per sè non ha un significato intrinseco. Magari, in qualche parte del mondo, ci sono dei tizi che disegnano cuori per mandarsi a cagare l’un l’altro. Il messaggio diventa intero quando io dò, o riconosco, un determinato significato relativo a quel simbolo: il cuore (simbolo oggettivo) significa “amore” (significato soggettivo). Ora il messaggio è completo.

“Richiamare” un’immagine, un concetto, uno stato d’animo o vattelapesca significa indirizzare un po’ di energia da qualche parte. La si prende e la si “plasma”, facendola diventare “qualcos’altro”, da “indeterminata” o “indiscriminata” a “determinata”, “fissa”. Prima ancora di preoccuparci di stare in qualche modo dando energia a quel particolare simbolo, il richiamo “sposta” dell’energia dentro di noi, alterando, ad esempio, il nostro stato d’animo. Esempio clamoroso: la bandiera nera dell’Isis. Se un attimo prima siete lì beati a godervi un simpaticissimo episodio dei Teletubbies, cambiate canale, seguite cinque minuti di Mentana e poi, nel servizio sull’Isis, vi viene mostrata la classica bandiera nera, lo sentite che qualcosa, dentro di voi, cambia? O no?

I colori dei Teletubbies vi richiamavano gioia, tranquillità, spensieratezza (poi, per come parlano e quello che fanno, verrebbe voglia di lanciarli verso il Sole lentamente, piano piano così arrostiscono per bene, ma lasciamo perdere…); i cinque minuti di Mentana vi hanno riportati nel mondo reale (più o meno dai, non stiamo lì a sottilizzare…) e adesso vi hanno sbattuto in faccia il bandierone nero con le parole scritte da un medico di base affetto da Parkinson. Li avete sentiti i movimenti di energia? Forse no, ma sicuramente potete notarne gli effetti: i vostri pensieri sono cambiati, la vostra attenzione si è spostata e, magari, siete pure diventati più nervosi o, perchè no, impauriti.

(Provate a pensare un attimo a quante volte si verifica questo processo in una vostra normalissima giornata… Ma va beh: andiamo avanti)

Ora, se voi non sapeste cosa significa questo simbolo

pentacolo1

ma ve lo inserissero, a un certo punto, nel film che state guardando, cosa accadrebbe? Avremmo un simbolo ma mancherebbe il rimando: voi non avreste l’informazione necessaria poichè non è avvenuto un precedente imprinting che sia andato a fissare, nella vostra mente, un particolare significato. Anzi probabilmente voi, il simbolo, neanche lo notereste.

Questo?

150px-Christian_cross.svg

E questo?

svastica indu

E questo?

caduceo

Tutti vi muovono o, per meglio dire, vi fanno muovere dell’energia e voi potete osservarne alcuni effetti.

Dunque, una volta impressa l’associazione tra “pentacolo rovesciato” e “satanismo”, il gioco è fatto. “Occhio che tutto vede” e “Illuminati”, “Piramide con l’occhio” e “Illuminati”, “Minchia con palle pelose” e “Illuminati”. Aggiungiamoci, poi, che i pensieri lavorano per associazione e la lunghezza della catena di queste associazioni copre centosettanta miliardi di volte la distanza tra la Terra e il centro dell’universo, e capiamo la frittata. Da questo momento è: “pentacolo rovesciato” –> “satanismo” –> “Illuminati”, con tutto il carico ideale associato a questa parola, per cui: “controllo”, “potere”, “dominio”, “schiavitù” eccetera eccetera.

L’ennesimo tranello è bello che servito, siore e siori. Tentando di smascherare alcune pratiche dei cattivoni, si rischia di rimanere impigliati nei loro fili senza nemmeno accorgersene.

Quindi? Beata ignoranza? No, perchè la parte più importante del processo (ovvero, l’attribuzione di significato) la fate voi, non loro. Siete voi a prendere un oggetto di per sè morto e a “renderlo vivo”. E allora prendete dei simboli e date loro il VOSTRO significato, sentito da voi e non imposto dagli altri come verità oggettiva, come se quel determinato simbolo avesse in sè e per sè per forza il significato che qualcun altro gli ha dato. Ad esempio, per me la croce non ha più il significato che mi era stato insegnato e, quando ne vedo una, il rimando va a un altro concetto che sento come più “corretto”, più ispiratore.

E’ come con il matrimonio, il celibato e tutte le altre pratiche e gli altri rituali: sono simbolici. Ma, per dire, anche la chiesa stessa intesa come edificio è simbolico, perfino Dio è simbolico. Sta a voi dar loro dei significati “giusti”, in modo che l’energia si muova dandovi una mano nella vostra evoluzione personale invece di remarvi contro.

Anche perchè oh: a furia di essere inculati, prima o poi la vaselina finisce.

05 aprile 2015

Il Vangelo di Pistis Sophia - Venuta e uscita dal mondo di un’anima

Oggi vi riporto un pezzo del Vangelo di Pistis Sophia. Per chi non sapesse di cosa stia parlando, Pistis Sophia è un vangelo gnostico piuttosto antico sfuggito al controllo delle autorità ecclesiastiche, nel quale Gesù, rimasto tra gli apostoli per 11 anni dopo la resurrezione, spiega apertamente i misteri dell’essere, senza l’uso di parabole. E’ composto di sei libri, sfortunatamente non tutti completi, ed è un testo clamorosamente affascinante anche se non di facilissima comprensione. Potrebbero volerci più e più passaggi per capire bene cosa si intenda con “arconti”, “ricevitori erinnici”, i vari “spazi dei misteri” e tante altre espressioni che, a noi minchioni rincoglioniti, suonano quantomeno strane e incomprensibili. Nondimeno, è una lettura assolutamente consigliata a chiunque voglia provare a capirne un po’ di più su chi siamo (perchè, ricordo ancora una volta, la storia di Gesù non è quella di un tizio 2000 anni fa o, come minimo, non solo: è la storia di ognuno di noi in questo preciso momento e del lavoro necessario per poterci “realizzare”, diventando così un Cristo, un essere umano nella sua massima espressione possibile. Lo si può capire anche dal fatto che, quasi sempre, quando Gesù chiede “Comprendete il modo in cui vi parlo?”, i discepoli a turno rispondono con frasi del tipo “La tua forza ha già profetato per mezzo di Tizio” oppure “In me c’è il tuo spirito”). Tra l’altro, in alcuni punti, chiarisce per bene cosa intendesse dire con alcune sue frasi riportate nei vangeli canonici…

Siccome oggi è Pasqua e la Pasqua simboleggia il raggiungimento della completezza di un essere umano che, dopo aver “ucciso” l’ego/diavolo/spirito di opposizione e i suoi meccanismi, risorge (o nasce) a livello spirituale (se cliccate sull’etichetta “Elenco completo post” in alto nel blog e guardate gli articoli degli ultimi 2-3 anni, circa il 90% parla proprio di questo), il brano che ho preso da Pistis Sophia riguarda la nascita a livello fisico, l’anima che entra nel corpo, e la morte, l’anima che esce dal corpo. E’ un po’ lungo ma, per me, merita davvero: è una figata.

Buona lettura e buona Pasqua!

(tratto dal Vangelo di Pistis Sophia)

[piccolo quadro generale sullo spirito d’opposizione, ndM]
Cap. 131
[…] Maria prosegui ancora domandando al salvatore: - Mio Signore, ti interrogo ancora, non nascondermi (nulla). Or dunque, mio Signore, chi è che costringe l’uomo a peccare?
Il salvatore rispose e disse a Maria: - Sono gli arconti del destino che costringono l’uomo a peccare.
Maria rispose domandando al salvatore: - Mio Signore, gli arconti vengono, forse, giù nel mondo per costringere l’uomo a peccare?
Il salvatore rispose e disse a Maria: - Non è in questo modo che essi discendono nel mondo. Quando, per mezzo degli arconti del destino, un’anima antica è in procinto di discendere, gli arconti di quel grande destino
[…] danno all’anima antica un calice dell’oblio, proveniente dal seme della cattiveria, ripieno di ogni genere di passioni e di ogni oblio. Non appena l’anima beve dal calice, dimentica tutti i luoghi nei quali era andata, e tutti i castighi tra i quali era passata. Quel calice dell’acqua dell’oblio diventa un corpo all’esterno dell’anima, rassomigliante all’anima in tutte le forme, e simile a lei: esso è il cosiddetto spirito di opposizione. Se, invece, è un’anima nuova tratta dal sudore degli arconti e dalle lacrime dei loro occhi, o piuttosto dall’alito della loro bocca, in breve, se è una delle anime nuove, o una di quel genere di anime che sono tratte dal sudore, i cinque grandi arconti del grande destino prendono il sudore di tutti gli arconti dei loro eoni, l’impastano assieme, lo dividono e lo trasformano in anima. […]
I cinque grandi arconti del grande destino degli eoni, gli arconti del disco solare e gli arconti del disco lunare soffiano in quell’anima, e da loro esce una parte della mia forza, come vi dissi sopra, e la parte di questa forza rimane all’interno dell’anima affinché l’anima possa sussistere. All’esterno dell’anima mettono lo spirito di opposizione, che la sorveglia e le è stato assegnato; gli arconti lo avvincono all’anima con i loro sigilli, con i loro vincoli, e lo sigillano a lei affinché in ogni tempo la costringa a compiere costantemente le loro passioni e i loro misfatti; affinché lei li serva in ogni tempo; affinché resti in ogni tempo, nelle trasformazioni del corpo, sotto la loro sottomissione; lo sigillano a lei, affinché lei venga a trovarsi in tutti i peccati e in tutte le passioni del mondo. È per questo motivo che io ho portato i misteri nel mondo: essi sciolgono tutti i vincoli e tutti i sigilli dello spirito di opposizione che avvincono l’anima; essi rendono libera l’anima, la svincolano dai suoi genitori, gli arconti, la trasformano in luce genuina; essi la conducono su nel regno di suo padre, della prima uscita, del primo mistero, per sempre. È per questo che, una volta, vi dissi: «Colui che non abbandona il padre e la madre, e poi viene e mi segue, non è degno di me».

Cap. 132
[…] Poi il salvatore riprese a parlare dicendo a Maria tra i discepoli: - Ora ascolta, Maria, chi è che costringe l’uomo a peccare. Dunque, gli arconti sigillano nell’anima lo spirito di opposizione in modo tale che egli non la agiti nell’ora in cui le fa compiere ogni genere di peccati e ogni genere di misfatti. [spesso, in Pistis Sophia, quando Gesù chiede agli apostoli se abbiano compreso le sue parole, uno o una di loro risponde con una frase tipo “Il mio uomo luminoso ha ribollito”, in contrasto con il non agitarsi imposto dallo spirito di opposizione, ndM] Essi, inoltre, ordinano così allo spirito di opposizione: «Quando l’anima esce dal corpo, dato che tu sei assegnato a lei, non agitarla, e in ogni luogo dei giudizi, convincila a proposito di tutti i peccati che tu le hai fatto commettere, affinché in ogni luogo dei giudizi lei sia punita e non sia in condizione di andare in alto verso la luce e di ritornare nelle trasformazioni del corpo». In una parola, essi comandarono allo spirito di opposizione: «Non agitarla mai, in qualsiasi momento, affinché essa non pronunci i misteri e non si sciolgano tutti i sigilli e tutti i vincoli con i quali ti abbiamo vincolato a lei. Allorché essa pronuncia i misteri, si sciolgono tutti i sigilli e tutti i vincoli, ed enuncia la difesa, allora lasciala andare: essa appartiene a quelli della luce dell’alto, è estranea a noi e a te; e, da quell’ora, non la potrai più afferrare. Se, invece, non pronuncia i misteri dello scioglimento dei tuoi vincoli, dei tuoi sigilli e delle difese del luogo, afferrala, non la lasciare: tra i castighi e in tutti i luoghi dei giudizi, la devi convincere a proposito di tutti i peccati che le hai fatto commettere; dopo, conduci l’anima dalla vergine luce che la manderà ancora una volta nel ciclo». Gli arconti del grande destino degli eoni la consegnano allo spirito di opposizione, gli arconti chiamano i ministri dei loro eoni, che sono 365, danno loro l’anima e lo spirito di opposizione vincolati insieme: lo spirito di opposizione all’esterno dell’anima e la miscela della forza all’interno dell’anima; quella si trova all’interno di tutte e due affinché siano in condizione di coesistere, dato che è la forza che le regge ambedue. […]

[qui inizia effettivamente a parlare della nascita fisica di un essere umano, ndM]
Gli arconti di mezzo valutano lo spirito di opposizione e l’ora fatale, il cui nome è moira (Moira), che opera nell’uomo fino a ucciderlo con la morte che gli è stata assegnata: ora fatale che gli arconti del grande destino hanno vincolato all’anima. I ministri della sfera legano insieme l’anima, la forza, lo spirito di opposizione e l’ora fatale, le dividono tutte facendone due parti; cercano nel mondo l’uomo e la donna - ai quali diedero i segni - per metterle dentro di loro: ne danno una parte all’uomo e una parte alla donna tramite un cibo del mondo o tramite un alito di aria o tramite l’acqua o qualsiasi altra cosa che bevono. […]
Quando, dunque, i ministri degli arconti ne gettano una parte nella donna e l’altra parte nell’uomo, nel modo che vi ho detto, anche se sono lontani l’una dall’altro i ministri li costringono, di nascosto, ad accordarsi l’un l’altra in un accordo del mondo. Lo spirito di opposizione dell’uomo va a quella parte che è destinata al mondo della materia del suo corpo, la porta e la immette nell’utero della donna, nella parte destinata al seme della cattiveria. In quel momento entrano nel suo corpo i 365 ministri degli arconti e vi prendono dimora. I ministri guidano l’una all’altra le due parti; inoltre i ministri trattengono poi il sangue di tutti i cibi della donna sia di quelli che mangerà sia di quelli che berrà: li trattengono nel corpo della donna per quaranta giorni; dopo i quaranta giorni essi impastano il sangue della forza derivante dai cibi, lo impastano bene nell’utero della donna. Dopo i quaranta giorni, essi ne trascorrono ancora altri trenta a costruire le membra a immagine del corpo umano: ognuno costruisce un membro. Vi parlerò dei decani che costruiscono il corpo, ve ne parlerò trattando della distribuzione del tutto. Dunque, quando, dopo settanta giorni, i ministri avranno completato il corpo intero e tutte le sue membra, nel corpo che hanno costruito i ministri chiamano anzitutto lo spirito di opposizione; poi chiamano l’anima dentro di esse; in fine chiamano nell’anima la miscela della forza; all’esterno di tutto questo, essi mettono l’ora fatale: questa, infatti, non è mescolata con essi, ma li accompagna e li segue.
Dopo di ciò, i ministri, insieme, li sigillano con i sigilli dati loro dagli arconti: sigillano il giorno nel quale essi presero dimora nel corpo della donna: lo sigillano nella mano sinistra della creatura; sigillano - nella mano destra - il giorno nel quale hanno completato il corpo; sigillano - in mezzo al cranio del corpo della creatura - il giorno nel quale gli arconti gliela hanno affidata; sigillano il giorno nel quale l’anima è uscita dagli arconti: lo sigillano sul lato (sinistro) del cranio della creatura; sigillano il giorno nel quale hanno impastate le membra facendone un’anima distinta: mettono il sigillo sul lato destro del cranio della creatura; il giorno nel quale hanno vincolato all’anima lo spirito di opposizione, lo sigillano sulla nuca della creatura; il giorno nel quale gli arconti hanno soffiato la forza nel corpo, lo sigillano sul cervello, che è in mezzo alla testa della creatura, e sul cuore della creatura; il numero degli anni che l’anima trascorrerà nel corpo, lo sigillano sulla fronte della creatura. Sigillano così tutti questi sigilli sulla creatura. Il nome di tutti questi sigilli ve lo dirò, trattando della distribuzione del tutto e, dopo la distribuzione del tutto, vi dirò per qual motivo è avvenuto tutto ciò. Se voi potete comprendere: quel mistero sono io.
Or dunque, completato tutto l’uomo - da tutti questi sigilli con i quali hanno sigillato il corpo -, i ministri prendono quanto è caratteristico di ognuno e lo portano a tutti gli arconti erinnici, quelli che sono preposti a tutti i castighi dei giudizi; e questi li consegnano ai ricevitori affinché conducano le loro anime fuori dai corpi. Costoro consegnano ai ricevitori quanto è caratteristico dei sigilli, affinché possano conoscere il tempo in cui devono condurre le loro anime fuori dai corpi, affinché possano conoscere il tempo in cui devono generare il corpo, e mandino i loro ministri i quali devono presentarsi, accompagnare l’anima, essere testimoni di tutti i peccati che commetterà: essi (i ministri) e lo spirito di opposizione (saranno poi testimoni) del genere e del modo in cui l’anima, nel giudizio, sarà punita. Allorché i ministri avranno dato agli arconti quanto è caratteristico dei sigilli, si ritirano a disposizione dei compiti loro assegnati dagli arconti del grande destino. Quando ha compimento il numero dei mesi per la nascita del bambino, il bambino viene partorito: piccola è in lui la miscela della forza, piccola in lui è l’anima, piccolo è in lui lo spirito di opposizione. Grande è invece l’ora fatale poiché non è mescolata al corpo per dirigerne le parti costitutive; essa accompagna l’anima, il corpo e lo spirito di opposizione fino alla uscita dell’anima dal corpo, a motivo del genere di morte col quale lo ucciderà in conformità della morte assegnatagli dagli arconti del grande destino. Se deve morire a causa di una bestia, l’ora fatale dirige la bestia contro di lui affinché l’uccida; se deve morire a causa di un serpente, o deve cadere, per sfortuna, in una fossa, o deve impiccarsi, o deve morire in acqua, di un genere di morte o di un altro, di una morte più cattiva o di una migliore; in breve, è l’ora fatale che lo costringe alla sua morte. Questo è il compito dell’ora fatale. Non ha altro compito all’infuori di questo. L’ora fatale accompagna ogni uomo fino al giorno della sua morte.

Cap. 133
Maria domandò: - Dunque, a tutti gli uomini che sono nel mondo accadrà quanto per essi è stato determinato dal destino, sia che si tratti di bene oppure di male, di peccato, di morte, di vita? In una parola: deve loro accadere tutto ciò che è stato determinato dagli arconti del destino?
Il salvatore rispose e disse a Maria: - In verità vi dico: tutto ciò che è stato determinato dal destino, sia che si tratti di tutto bene o di tutto peccato, in breve, tutto quanto per ognuno è stato determinato, gli accadrà. È per questo che ora ho portato la chiave dei misteri del regno dei cieli, altrimenti - nel mondo - non si salverebbe alcuna carne, sia che si tratti di un giusto o di un peccatore.

[qui, invece, si parla del dopo-vita, ndM]
Cap. 111
[…] Detto questo, il salvatore proseguì il discorso dicendo a Maria: - Or dunque, ascolta, Maria, a proposito della parola che mi hai rivolto: «Chi costringe gli uomini a peccare?». Or dunque, ascolta. Quando nasce un bambino, debole è la sua forza, debole la sua anima, debole il suo spirito di opposizione: in una parola, i tre sono deboli e nessuno di essi percepisce cosa alcuna, buona o cattiva che sia, a motivo del grave peso dell’incapacità di conoscere. Anche il corpo è debole, e il bambino si nutre con i cibi del mondo degli arconti: la forza assimila parte della forza che si trova nei cibi, l’anima assimila parte dell’anima che si trova nei cibi, lo spirito di opposizione assimila parte della cattiveria e della concupiscenza che si trova nei cibi. Il corpo assimila, invece, la materia che si trova nei cibi e che non percepisce; ma la fatalità non prende nulla dai cibi perché non è mescolata con essi, bensì se ne va nello stesso modo in cui viene nel mondo. La forza, l’anima, e lo spirito di opposizione da piccoli diventano grandi, e ognuno di essi percepisce in conformità della sua natura: la forza percepisce in funzione della ricerca della luce dell’alto; l’anima percepisce in funzione della ricerca del luogo della giustizia, luogo misto, essendo il luogo della miscela; lo spirito di opposizione ricerca tutte le cattiverie e concupiscenze, e tutti i peccati; il corpo non percepisce nulla a meno che assorba forza dalla materia. I tre percepiscono subito ognuno secondo la sua natura.
I ricevitori erinnici incaricano i ministri di seguirli e di essere testimoni di tutti i peccati che commettono, a motivo del genere e del modo in cui intendono punirli (poi) nei giudizi. In seguito, lo spirito di opposizione osserva e percepisce tutti i peccati e il male comandatigli, per l’anima, dagli arconti del grande destino: e li fa all’anima. La forza interiore muove l’anima alla ricerca del luogo della luce e di tutta la divinità, mentre lo spirito di opposizione devia l’anima e la costringe a fare continuamente tutte le di lui iniquità, passioni e peccati: assegnato continuamente all’anima, egli le è nemico e le fa compiere ogni male e ogni peccato, e stimola i ministri erinnici affinché le siano testimoni in ogni peccato che egli le fa compiere; inoltre se di notte o di giorno lei vuole riposare, egli la scuote con i sogni e le passioni del mondo la spinge a bramare ogni cosa del mondo; in una parola l’incita verso tutte quelle cose che gli arconti gli hanno ordinato: è ostile all’anima e le fa compiere quanto a lei non piace. In realtà, è questo, Maria, il nemico dell’anima, è questo che la costringe fino a tanto che compia ogni peccato.
Quando, dunque, giunge a compimento il tempo di quell’uomo, esce per prima l’ora fatale e, per mezzo degli arconti e dei loro lacci con i quali sono uniti dal destino, conduce l’uomo alla morte. Vengono poi i ricevitori erinnici: traggono quell’anima fuori dal corpo; i ricevitori erinnici trascorrono con quell’anima tre giorni trasportandola in tutti i luoghi e inviandola da tutti gli eoni del mondo; la seguono lo spirito di opposizione e l’ora fatale, mentre la forza ritorna alla vergine luce. Dopo i tre giorni, i ricevitori erinnici conducono quell’anima giù nell’Amenti del caos; e portatala giù nel caos, la consegnano ai tormentatori. In conformità della disposizione delle opere degli arconti a proposito dell’uscita delle anime, i ricevitori se ne ritornano ai loro luoghi, e lo spirito di opposizione diventa il ricevitore di quell’anima, essendogli stata consegnata; la trasferisce in proporzione al castigo per i peccati commessi, dimostrando una grave ostilità contro quell’anima. Allorché l’anima avrà terminato di subire, nel caos, i castighi meritati in proporzione dei peccati commessi, lo spirito di opposizione - al quale era stata affidata - dopo averla trasferita in ogni luogo a motivo dei peccati commessi, l’estrarrà dal caos e la condurrà sulla via degli arconti di mezzo; qui giunta, gli arconti l’interrogheranno sui misteri dell’ora fatale: se essa non li ha trovati, l’interrogheranno sulla loro ora fatale; gli arconti puniranno quell’anima in proporzione dei peccati di cui è colpevole: del genere dei suoi castighi vi parlerò trattando della distribuzione del tutto. Compiuto per quell’anima il tempo dei castighi, secondo i giudizi degli arconti di mezzo, lo spirito di opposizione estrarrà l’anima dai luoghi degli arconti di mezzo e la porterà davanti alla luce del sole conforme al comando del primo uomo, Jeu: la porterà davanti al giudice, davanti alla vergine luce. Questa la esaminerà, la troverà un’anima peccatrice, getterà dentro di lei la propria forza luminosa per rinfrancarla, per il corpo, per la comunione della percezione: del loro genere vi parlerò trattando della distribuzione del tutto. La vergine luce sigilla quell’anima, e la consegna a uno dei suoi ricevitori e la fa gettare in un corpo degno dei peccati da lei commessi. In verità vi dico: lei non rilascerà quell’anima libera dalle trasformazioni del corpo fino a quando non avrà terminato il suo ultimo ciclo in base ai suoi meriti.
[…]

Cap. 112
Gesù proseguì ancora il discorso, dicendo: - Se, invece, un’anima non ha seguito lo spirito di opposizione in tutte le sue azioni, ma è diventata buona, ha accolto i misteri della luce che sono nel secondo spazio oppure nel terzo spazio, allorché giunge il tempo dell’uscita di quell’anima dal corpo, lo spirito di opposizione e l’ora fatale seguono quell’anima sulla via che la conduce in alto. Ma prima che si allontani verso l’alto, essa (l’anima) pronuncia il mistero che scioglie i sigilli e tutti i vincoli dello spirito di opposizione con i quali gli arconti lo avvinsero all’anima: dopo che l’ha pronunciato, i vincoli dello spirito di opposizione si sciolgono, egli si astiene dall’andare in quell’anima, abbandona quell’anima eseguendo il comando degli arconti del grande destino, i quali gli avevano detto: «Non allontanarti da quest’anima fino a quando essa non ti avrà detto il mistero dello scioglimento di tutti i sigilli con i quali ti abbiamo avvinto all’anima». […] nell’istante in cui lei pronuncia un mistero, abbandona l’ora fatale al suo luogo presso gli arconti che sono sulla via di mezzo; lei pronuncia il mistero e abbandona lo spirito di opposizione agli arconti del destino, al luogo nel quale lei era stata avvinta a lui. In quell’istante lei, tutta splendente, diventa un grande flusso luminoso, e i ricevitori erinnici che l’avevano condotta fuori dal corpo, avranno paura della luce di quell’anima e cadranno al suo cospetto. In quell’istante quell’anima diventerà un grande flusso luminoso, diventerà completamente un’ala luminosa, attraverserà tutti i luoghi degli arconti e tutti gli ordini della luce fino a raggiungere il luogo del suo regno, fino a quello del quale ella ha ricevuto i misteri. […]
I ricevitori di quell’anima la condurranno poi dalla vergine luce: quell’anima presenterà alla vergine luce i sigilli e la gloria degli inni. La vergine luce e le altre sette vergini-luce esamineranno insieme quell’anima, insieme troveranno in lei i loro segni, i loro sigilli, i loro battesimi, i loro carismi. La vergine luce segna quell’anima con il sigillo, i ricevitori della luce battezzano quell’anima, le danno il crisma spirituale, e ognuna delle vergini-luce la sigilla con i suoi segni. In fine i ricevitori della luce la affidano al grande Sabaoth, il buono, che si trova alla porta della vita, nel luogo di quelli della destra, il quale è detto «padre». Quell’anima gli dà la gloria dei suoi inni, i suoi sigilli, le sue difese; e Sabaoth, il grande e buono, la sigilla con i suoi sigilli. A tutto il luogo di quelli della destra, l’anima presenta la propria conoscenza, la gloria degli inni e i sigilli; tutti la segnano con i loro sigilli, mentre Melchisedek - il grande ricevitore della luce - il quale si trova nel luogo di quelli della destra, sigilla quell’anima; i ricevitori di Melchisedek sigillano quell’anima e la guidano al tesoro della luce. A tutti i luoghi della luce essa presenta la gloria, l’onore, la lode degli inni e tutti i sigilli. Tutti quelli del luogo del tesoro della luce la segnano con i loro sigilli, ed essa entra nel luogo dell’eredità -.