07 febbraio 2016

Regeni: i conti tornano poco

Come ben saprete, lo scorso 3 febbraio in Egitto è stato ritrovato il cadavere del giovane Giulio Regeni, brillante studente universitario 28enne giramondo con la passione per l'attivismo sociale. A quanto pare il ragazzo sarebbe stato catturato, torturato e seviziato da ignoti per poi essere abbandonato cadavere in un fosso alla periferia del Cairo.

L'ipotesi sulla quale si è sostanzialmente subito puntata la monetina è quella dell'omicidio su mandato governativo, in quanto Regeni sarebbe stata una figura molto critica nei confronti del presidente Al Sisi sia in Egitto che anche in Italia, dato che il collaboratore del quotidiano Il Manifesto, Giuseppe Acconcia, ha rivelato che Regeni scriveva per il giornale usando uno pseudonimo.

Ora, ci sono dei punti che mi fanno sollevare il sopracciglio. Intanto, piccola nota di contesto sull'Egitto. L'ISIS, vedendo la mal parata in terra siriana, si sta spostando fuori dal raggio d'azione dei MIG russi con una migrazione verso il nord-Africa e in tanti stanno andando in Libia. Ma non via terra, bensì via mare. Strano, no? Perchè, dalla Siria, basterebbe andare verso sud-est dagli amici dell'Arabia Saudita, deviare a ovest in Egitto (prendendosi il Paese) e arrivare in Libia. Il problema, però, è proprio l'Egitto che, a differenza di tanti altri, è davvero contro il Sedicente Stato Islamico™. Teniamo bene a mente questa nota.

Primo punto: lo pseudonimo. Si dice che Regeni scrivesse per Il Manifesto sotto falso nome per paura per la propria incolumità, ma non si sa quali articoli avrebbe scritto. L'unico apparentemente certo è quello pubblicato postumo, venerdì 5 febbraio, tra l'altro contro il parere della famiglia. E gli altri? Tanto ormai è morto, chi se ne frega dello pseudonimo.

Secondo punto: la tesi dell'opposizione al governo. L'abbiamo sentita già tante volte applicata ad altri Paesi con un governo etichettato come "regime" dai nostri media: il blogger di turno, fortemente critico nei confronti del dittatore/governo/regime, viene catturato e ucciso da agenti/militari/emissari del governo stesso "perchè scomodo per il potere" e noi istantaneamente ci identifichiamo col povero martire della libertà. Ma pensiamoci con un minimo di raziocinio. Per essere ritenuto "scomodo" è necessario scrivere o parlare di determinate tematiche, di contatti loschi, deviati, smascherare il vero fine di determinate scelte politiche, economiche, fornire visioni alternative e fondate su idee, decisioni e ideologie. Insomma, non basta essere il Travaglio di turno: bisogna picchiare duro sul serio.

Il problema è che, se picchi duro, in pochi ti seguono, principalmente per due motivi: visibilità e pecore. Cioè: se sei scomodo, il "sistema" non ti fa pubblicità e tu, di visibilità, non ne ottieni. Se proprio sei bravo bravo e per qualche motivo riesci a ottenere più di 5 visualizzazioni al tuo blog, per esempio, il massimo che puoi costruirti è una minuscola nicchia di qualche centinaio o forse migliaio di sconosciuti. E basta. Di sicuro un numero decisamente troppo, ma troppo, ma troppo basso per impensierire chissà chi. (Ma poi, 'sto ragazzo, cosa faceva di preciso? Scriveva, studiava, provava a mobilitare... Cosa faceva? Non s'è capito) L'altro motivo è che la massa delle persone è indottrinata e, quando va bene, alcuni smettono di leggere il Corriere per passare al Fatto Quotidiano. Stop. Questo è lo sforzo massimo di "opposizione al sistema". Siti e blog che cercano genuinamente di farli uscire dal seminato rimangono, per loro, esseri comodi e abituati alla pappa masticata da altri, totalmente sconosciuti. Infatti, se un sito di cosiddetta "controinformazione" improvvisamente registra un aumento di popolarità di un certo peso, significa che le informazioni lì riportate sono "annacquate", più vicine alle posizioni mainstream e, dunque, ritenute più veritiere dalla massa di pecoroni. Delle due l'una: o sei almeno discretamente famoso o dai fastidio. Non ci sono realisticamente altre possibilità.

Ora, su Facebook è stato organizzato un sit in davanti all'ambasciata italiana al Cairo e, sulla pagina dell'evento, hanno messo il "Partecipo" in circa 500. Già di suo non sarebbe un gran numero e lo è ancora di meno se pensiamo che arriva dopo il tam tam mediatico sulla morte di Regeni (immagino se ne sia parlato anche in Egitto). Quindi il ragazzo non era poi così famoso, nè seguìto e certamente, se vuoi essere un "fastidio per il regime", quel 500 lo dovresti moltiplicare minimo minimo per 100. Fatto sta che al sit in vero e proprio si saranno presentati in una cinquantina, come vedete nel filmato del TG1 (verso il minuto 5).

Terzo punto: la data del sequestro, ovvero il 25 gennaio, giorno del 5° anniversario della deposizione forzata di Mubarak. Molto simbolica, e sappiamo quanto determinati individui dei piani alti siano attenti ai numeri e al simbolismo.

Mettete tutto ciò nel quadro di un Paese anti-ISIS e i dubbi si fanno tangibili. E se questo omicidio, accollato al governo egiziano, servisse come testa di ponte mediatica per far passare l'Egitto come l'ennesimo "Stato canaglia", così da deporre pure Al Sisi come già fu deposto Mubarak (il 25 gennaio)? A me suona assurdo che un governo si sputtani così apertamente per un signor nessuno come era Regeni. E per di più, se ci pensate, Regeni incarnava praticamente tutte le caratteristiche possibili in grado di generare un forte empatia emotiva nel "pubblico": era giovane; studente universitario, pure molto brillante, molto intelligente; cittadino del mondo (Occidentale); idealista ma pragmatico; attivista anti-governativo; informatore indipendente; ultima ma non ultima, aveva una bella faccia, pulita, innocente, solare, di un ragazzo con tutta la vita davanti. Cioè, più di questo c'è solo un bambino orfano ritardato disabile malato di cancro. E io mando a puttane l'immagine del mio governo per un tizio sostanzialmente sconosciuto e con queste qualità da martire perfetto? Mmm...

I casi sono due: o Regeni non era proprio 'sto semplice studente brillante e aveva, invece, un background più "losco", da servizi segreti et similia che lo ha portato a diventare bersaglio di un governo, nel caso, impegnato a difendere il proprio Paese (perchè sappiamo bene come persone simili siano sempre implicate in veste di fomentatori del popolo per forzare un colpo di Stato); oppure gli assassini non hanno nulla a che fare col governo egiziano e hanno messo in atto l'episodio per demolire l'immagine e la credibilità di Al Sisi e soci.

Tra l'altro ho fatto una ricerca su Google mettendo come parole chiave "Giulio Regeni" e intervalli di tempo precedenti al 25 gennaio. Ho trovato un link all'università di Cambridge, che potete vedere anche qui sotto:


Poi c'è la pagina della discussione di un gruppo di scienze sociali nella quale Regeni, nell'ottobre 2011, chiedeva se fosse disponibile un libro in pdf.

Infine una pagina del sito ResearchGate, una sorta di motore di ricerca in ambito universitario, dove in sostanza si riportano le stesse informazioni presenti sul link del profilo di Regeni su Cambridge, ma qui si possono anche vedere le statistiche sulla visualizzazione del profilo perchè non si spiega benissimo come esso sia stato visto più di 2000 volte ma i follower risultino solo una decina. Ecco perchè.


Il grosso delle visualizzazioni si è verificato solo negli ultimi giorni. Quindi anche a Cambridge possiamo dire numeri alla mano che Regeni non era proprio una star.

E manca un'altra cosa che invece stiamo vedendo ovunque: la foto. O meglio, le foto. Fermandomi al 1 gennaio 2016 non c'è una sua singola immagine. Se ne trova una sola di lui con in braccio il gatto ma, se si apre il collegamento, si vede che è tratta da un articolo del sito NextQuotidiano datato 3 febbraio 2016, quindi subito dopo il ritrovamento del cadavere. Su Facebook, nada a parte gruppi "vogliamo la verità". Niente. Però, oh: magari era solamente molto riservato e le foto se le teneva per sè.

Insomma, secondo me qualche nuvola sulla questione c'è e la favoletta dell'attivista anti-regime l'ho già sentita fin troppe volte e, per quanto romantica e suggestiva, la trovo sempre poco plausibile. Quando tra un po' sentirete parlare di "ribelli", "rivoluzione" e "dittatore egiziano", non dite di non essere stati avvisati.


AGGIORNAMENTO: ho appena letto un bell'articolo di Fulvio Grimaldi nel quale si parla della questione gas-ENI-peso dell'Egitto nello scacchiere mediterraneo-sgambetto a Israele-messaggio all'Italia tramite la morte di Regeni. Non male.

02 febbraio 2016

E' la magia del progresso, altro che family day



Oggi essere gay è una moda. Fa tendenza, se non sei gay non sei nessuno. Gay è il nuovo etero. E' per questo che il family day è stato totalmente inutile.

Un passo alla volta. Sulla questione del matrimonio agli omosessuali mi ero già espresso più di un anno fa, evidenziando come fosse e sia, a mio parere, lecito conceder loro il matrimonio civile (essendo la società civile un'organizzazione di semplici regole e atti legislativi e giudiziari, senza alcun significato simbolico di fondo) ma non quello religioso in quanto, essendo la religione (intesa nel senso più alto del termine, non l'interpretazione stupida che ci viene spacciata per spiritualità) un insieme sensato di osservazioni sulla natura dell'uomo e dell'universo in generale, il significato simbolico del matrimonio (ovvero l'unione degli opposti), basato sul fatto che la realtà intera si regge sull'incontro/scontro/contatto/unione di due polarità contrapposte, verrebbe distrutto.

E la faccenda del matrimonio è bella che archiviata. Da qualche tempo, però, si parla anche della cosiddetta "stepchild adoption", che detta in inglese fa più figo, ma molto spesso sia i politici sia l'informazione si dimenticano di evidenziarne un aspetto quantomeno antipatico. L'adozione del figlio del partner, infatti, non è riferita solamente al pargoletto frutto di una precedente relazione etero, ma anche (e forse soprattutto) a un futuro bambino. Ovvero: io, maschio, sposo il mio partner, maschio pure lui. Vogliamo avere un bambino. Siccome la natura non ce lo permette (ma d'altronde, si sa: la natura è omofoba), allora facciamo così: prendiamo un ovulo, lo fecondiamo con il mio seme o con quello del mio partner (o con tutti e due, se no il mio partner s'offende...) e lo impiantiamo nell'utero di una donna, la quale porta avanti la gravidanza e dopo 9 mesi il bambino è nostro e lei, il famoso "utero in affitto", non ha alcun diritto su di lui. Il suo ruolo è semplicemente quello di incubatrice. Quando sentite parlare di "mercato dell'utero in affitto", dato che quasi nessuno nel mainstream sembra voler spiegare il concetto (e già qui dovrebbe suonarvi un campanello d'allarme), è a questo che ci si riferisce. Il che, in tempi nei quali ci si riempie la bocca con frasi del tipo "la donna viene sempre maltrattata", "l'immagine della donna viene sempre distrutta" eccetera, appare almeno controverso. Vero: ci sono coppie etero che già ricorrono a questa pratica in caso la donna non sia, per un motivo o per un altro, fertile. Ma è anche vero che, se nelle coppie etero, questa è soltanto una possibilità per avere un figlio loro e, tendenzialmente, nemmeno la prima in ordine di considerazione, per le coppie omosessuali sarebbe all'incirca l'unica.

Il problema, però, non è la stepchild adoption. Non sono i matrimoni gay. Non è la "famiglia tradizionale". E' un fatto di razionalità al servizio dell'irrazionalità. Ci sono dei momenti storici in cui l'idea di un relativamente piccolo gruppo di persone comincia ad attecchire, perchè basata su un'argomentazione razionale: le donne devono avere gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini; le coppie omosessuali devono avere gli stessi diritti di quelle eterosessuali. Queste idee di cambiamento di alcune regole prendono sempre più piede, generando ovviamente una reazione uguale e contraria. Fino a qui la lotta è ad armi pari: c'è un fronte che vuole cambiare delle cose e un altro che pensa sia meglio restare così come si è.

A un certo punto, ed è qui che si compie la magia irrazionale, quelle che sono delle proposte per un semplice cambiamento passano sotto l'etichetta di "progresso". Qual è la differenza, chiederete voi. "Cambiamento" è un termine abbastanza neutro: c'è una connotazione solo lievimente positiva, perchè, diamine!, il cambiamento ogni tanto ci vuole, fa bene altrimenti l'ambiente diventa stantio, ma tutto sommato la percezione di "cambiamento" è relativamente neutra. Non è necessariamente vero, infatti, che un cambiamento sia sempre positivo: se proponessi di sopprimere tutti i bambini che piangono al cinema... non credo otterrei chissà quante adesioni, perchè sarebbe un cambiamento percepito negativamente.

"Progresso", invece... Lo sentite immediatamente anche voi: il progresso. Aaah, che bello, sentite come cambia l'aria: il progresso. Il progresso è fortemente positivo: bisogna progredire, bisogna andare avanti, bisogna avanzare... "Una società avanzata". Come suona bene. Sentite quanto stimola il vostro ego? Non volete anche voi... progredire? Evolvere? E' una figata, è la natura delle cose, evolvere. Chi si sognerebbe mai di porsi contro il progresso? Chi vorrebbe rimanere nel Medioevo? Io voglio essere "avanzato", così posso dire agli altri che loro sono "indietro", che sono "retrogradi" bleah! che schifo!

Questa è la magia. Oggi, per esempio, una società progredita è una società che concede agli omosessuali gli stessi identici diritti degli eterosessuali. Si gioca sempre con la percezione. Non appena una qualche cosa, qualsiasi cosa, viene etichettata come "progresso", per cui nella gente di ogni singolo individuo si scatena l'associazione "progresso = buooooono!", quella cosa ha il 100% di possibilità di avere successo. Ciò che prima era uno scontro ad armi pari tra un semplice "cambiamento" e un altrettanto semplice "mantenimento", ora è uno scontro impari che più impari non si può tra il "progresso" e l'"immobilismo" o il "Medioevo".

Tornando al nostro caso, al family day potevano andarci anche miliardi di persone, ma non avrebbe fatto differenza: quelle miliardi di persone sono retrograde, vecchie, ancorate a schemi ormai decrepiti, non vogliono evolvere. Che appeal ha, gente così? Zero, anzi: più sono numerosi i "retrogradi", più significa che è necessario svolgere un lavoro importante affinchè questi intralci umani al progresso capiscano di essere nel torto.

Aggiungiamoci che le motivazioni a difesa del matrimonio eterosessuale e contro l'adozione ai gay fanno a dir poco cagare e il gioco è ancor più fatto. Intanto, la "famiglia tradizionale". Che cazzo vuol dire? Perchè "tradizionale"? E' la famiglia "naturale", al limite. Possono due uomini avere figli? No. E due donne? No. E perchè no? Per tradizione? Perchè dei tizi si sono svegliati un giorno e mentre erano al circolo a giocare a briscola hanno deciso così? O per natura, perchè così stanno naturalmente le cose? Ovviamente, manco a dirlo, la vaccata nasce dall'assurda interpretazione del concetto di Dio e di tutto quello che ne segue. Poi fate che, sempre per lo stesso motivo, non appena si connota minimamente un concetto con sfumature religiose, l'accusa di essere retrogrado è sottintesa... Già solo sostituendo "tradizionale" con "naturale" sarebbe diverso perchè si penserebbe di più al fatto che, se sono necessari per natura un uomo e una donna per generare un figlio e quindi, implicitamente, per crescerlo, un motivo ci sarà. O no?

E aggiungo che, nel marasma dello scontro a suon di parole, battute, immagini, fotomontaggi, reportage, sfottò e chi più ne ha più ne metta (avrete facilmente notato come, in ogni occasione si parli dell'argomento, si tende a denigrare i "tradizionalisti"), manca una considerazione: ma le coppie omosessuali si amano di più di quelle etero? Perchè, da come viene presentata la situazione, sembra che le coppie eterosessuali durino lo spazio di un respiro affannato, mentre due gay o due lesbiche, una volta che stanno insieme, arrivano insieme alla tomba. Forse si tende a dimenticare che, omo o etero, stiamo comunque parlando di persone cresciute in questa società, con tutti gli immensi danni che essa provoca all'equilibrio psichico di un essere umano (sembra, infatti, che le coppie etero e quelle omo durino uguale).

Tutto l'enorme discorso che ho fatto su questo blog per anni, sull'ego, il sè, Dio, la Verità, il diavolo, il silenzio eccetera eccetera eccetera eccetera che sicuramente vi avrà anche provocato moti di nausea incontrollabile, qui entra prepotentemente e la considerazione è molto, ma molto semplice: le persone (tutte: gay, lesbiche, trans, etero, metrosexual, emo, truzzi, tamarri, scapoli, ammogliati, single per scelta, uomini che diventano donne che diventano lesbiche che diventano trans che diventano uomini gay con la vagina, chiunque) sono malate di mente e tendono a distorcere anche le più grandi e belle verità. Dai un blocco d'oro a una persona o a un gruppo di persone qualsiasi, senza distinzione di alcun tipo, e nel giro di poco tempo ti ritrovi in mano polvere nera.

La "battaglia" che imperversa ovunque... non è nemmeno una vera battaglia, non c'è una battaglia: c'è un'idea trasmutata magicamente in "progresso" e un'altra idea, "retrograda" di conseguenza, già morta e sepolta. Il processo di trasmutazione è fantastico ma molto pericoloso perchè un domani, tra un anno, dieci, cento non lo so, potrebbe diventare "progresso" il fatto di "concedere ai bambini il diritto" ad avere rapporti sessuali con adulti. Azzardato, dite? Beh, già oggi in Europa si vuole introdurre l'educazione sessuale sia teorica che pratica (masturbazione, orgasmi e toccatine varie) nelle scuole elementari. Già oggi questa è un'idea "progressista". Non importa che sia assurda, dato che un bambino o una bambina di 6-7-10 anni non è per nulla sviluppato sessualmente, come tutti ben sappiamo. Sono diritti, sono libertà, sono "modi per educare i nostri figli affinchè sappiano rapportarsi meglio con la loro sessualità e siano quindi più preparati quando, con l'adolescenza, gli ormoni prenderanno il sopravvento. In questo modo si ridurranno, tra le altre cose, gli stupri". Progresso rafforzato dalla paura per il bene dei nostri figli. Bum! E' l'esplosione atomica dell'irrazionalità, un'ondata di connotazioni positive da intontire perfino Leopardi morto.

Abracadabra.


P.S.: sì, ok i diritti alle coppie omosessuali eccetera, tutto molto bello, maaaa... i diritti alle coppie di fatto eterosessuali? Cioè, se io sono insieme alla mia compagna da 30 anni ma non ci siamo mai sposati e io ho un incidente per il quale vengo ricoverato in ospedale, lei non potrebbe nemmeno dire ai dottori come mi chiamo perchè, per la legge, nei miei confronti è una perfetta estranea. Tanto per fare un esempio, eh... Ah già, scusate: questo non è "progresso".