01 settembre 2016

Camomilla Day - L'indignazione come sport nazionale

Rieccomi qui! Lo sapevo che un giorno sarebbe successo qualcosa che mi avrebbe fatto salire la Madonna e tutti i santi del Paradiso, portandomi di nuovo a scrivere sul blog.

Sarà forse stato il terremoto? Sarà forse stato Obama? Putin? Berlusconi 2.0? ISIS™? Il simpatico ometto sud-americano di bianco vestito? No, no, no, no, no e no. Il casus belli di oggi è il cosiddetto "Fertility Day", ovvero una "campagna di sensibilizzazione" (una volta si chiamava "propaganda" o "lavaggio del cervello"... Aah, quanto è bello il politically correct), lanciata dal Ministero della Salute, verso il tema della (scarsa) natalità e che culminerà il giorno 22 settembre con manifestazioni a Roma, Bologna, Catania e Padova.

Ciò che più mi preme evidenziare, però, non è l'iniziativa in sè, quanto più il macello devastante di polemiche, prese di posizione, indignazione e scappellamenti a sinistra che vi ruotano attorno. L'oggetto dello sdegno nazional-popolare, oltre al messaggio generale del "procreate, gente, procreate", sono le varie cartoline diffuse sul web, tipo queste.


Apriti cielo. Un puttanaio, ops, scusate: un'ondata di indignazione che neanche il rigore di Zaza agli Europei o il passaggio di Higuain dal Napoli alla Juventus, il che è preoccupante se pensiamo a quanto il calcio sappia smuovere la coscienza dell'italiano medio. Ecco, qua stiamo deppiù. I social network si riempiono di invettive contro il governo, contro l'idea propugnata che offenderebbe le donne (e te pareva) e più in generale chi, i figli, non li può avere per motivi naturali o di mancanza di lavoro o chi, semplicemente, non ne vuole avere per scelta personale. Qualcuno della gente "comune" addirittura sottolinea come i social network vengano sempre bistrattati dai media tradizionali perchè hanno la forza, quando la ggènte si muove compatta, di influire sulle decisioni prese dal potere e di cambiare le cose "come sta accadendo col Fertility Day" (tra parentesi, è stato il messaggio che ho visto ieri su Facebook e grazie al quale sono venuto a conoscenza dell'iniziativa). Roberto Saviano, che quando c'è da salire sul carrozzone del moralismo becero e dell'indignazione perenne non è secondo a nessuno, che si sfoga su Twitter: "Il #fertilityday è un insulto a tutti: a chi non riesce a procreare e a chi vorrebbe ma non ha lavoro".

Ooooooooooh!! Raga, camomilla, eh. Neanche stessero dicendo "Oh, devi concepire un figlio entro il 22 settembre se no veniamo lì a casa tua e ti ammazziamo a te e a quel cazzetto moscio di tuo marito/compagno/botta-e-via".

Mettiamo in chiaro un paio di punti. E' un'iniziativa che sembra uscita dal MinCulPop? Sì. (Tra parentesi: è un po' demodè? Sì)
E' uno spreco di denaro? Sì.
Se ne poteva fare tranquillamente a meno? Decisamente sì.
Ci si deve sentire offesi se non si vogliono avere/non si possono fare figli per cause di forza maggiore? NO.

Ma le persone... chi si credono di essere? Voglio dire, sono schizofreniche, oscillano tra due estremi discendenti: da un lato, evidentemente, vivono vite noiose, frustrate e nelle quali si sentono nullità cosmiche; dall'altro, però, credono di essere gli esseri più importanti dell'universo che oh scendi le mani se no minchia ti finisco male. Io dovrei sentirmi offeso... da una campagna propagandistica contro la denatalità... la quale è esclusivamente un problema di produttività per il cosiddetto "sistema-Paese"... campagna divulgata dal governo... che per di più non mi obbliga a fare nulla?

E' il classico problema che non è un problema e che diventa un problema per via del problema del rincoglionimento generale di persone fomentate a dovere per far loro prendere posizione (e questo sì che è un problema). Oggi, se non prendi posizione e non ti indigni, vali meno di niente. Oggi hai tutti gli strumenti per far sentire la tua opinione. Oggi devi far sentire la tua opinione e la tua opinione deve essere "contro". Se non sei "contro" sei schiavo del sistema. "Contro" cosa? Contro tutto. Il governo, poi, cioè... Hai presente il governo? Quella massa di ladri e sanguisughe che vivono coi tuoi soldi sulle tue spalle e si fanno i loro porci comodi? E adesso vogliono che io faccia un figlio? Ma io mi indigno! (perchè? Boh) Mi sento preso in giro! (perchè? Boh) Mi sento offeso! (perchè? Boh) Colpevolizza le donne! (perchè? Boh)

Il cosiddetto "sistema" non deve fare più nulla. Ormai sono le persone stesse a seguire determinati modelli di comportamento, si auto-censurano e censurano altre persone, si auto-controllano e controllano altre persone. Provate a dire a qualcuno "Guarda che gli immigrati sono troppi, non riusciamo a gestirli tutti e stiamo anche concedendo loro dei privilegi che noi ce li sogniamo". AAAAAAARRRGGGHHH!! Xenofobo!!! Vergognati!!! "Guarda che, per disegno di natura, sono necessari un uomo e una donna per procreare. Quindi i gay..." AAAAAARRGGHHH!! Omofobo!!! Vergognati!!! "Guarda che non vi stanno obbligando a fare figli, quindi..." AAAAAAAAAARRRRGGHHHH!! Offensivo!!! Vergognati!!! "Ma io non ce l'ho..." AAAAAAAARRRRGGHHHHH!! Taci, sottospecie di larva antropomorfa!!! Se sei uomo, dovrebbero tagliarti i genitali e farteli ingoiare!!! Se sei donna, dovrebbero tagliarti la testa e infilartela nella vagina!!!

Non ci si rende conto che reazioni del genere, che partono da tendenze e istinti naturali, seguono poi schemi mentali calati dall'alto, proprio da quel "sistema" verso cui tutti, a parole, dicono di essere "contro". Ne avevo già parlato in merito al Family Day: ci sono idee ed atteggiamenti che vengono fatti passare come "buoni" e chiunque (anche i politici, tipicamente riconosciuti come parte del "sistema" stesso) provi a sollevare obiezioni dettate dal raziocinio, si becca una gragnuola di improperi; altre idee ed atteggiamenti vengono fatti passare come "cattivi" e chiunque (anche i politici) provi a sollevare obiezioni dettate dal raziocinio, si becca una gragnuola di improperi.

La realtà viene suddivisa in bianco e nero. Stop. Tu devi stare o di qua o di là. Punto. Se non sei di qua, sei di là. "Ma io veramente...", "Ma io veramente" un cazzo: o di qua, o di là. Basta che ci sia perennemente conflitto. Se non c'è, lo si crea. O meglio: si generano i presupposti affinchè siano poi le persone stesse a crearlo.

Adesso, liberi dal ciarpame maledetto che esclude il raziocinio e punta dritto all'inconsapevolezza/automatismo e allo stomaco, ditemi cosa c'è di male in questa immagine.


Si può discutere sul suo lato, diciamo, "artistico". Si può discutere sulle parole usate. Si può discutere sul fatto che sia una grandissima stronzata l'intera iniziativa. Però, il concetto espresso è un dato di fatto, una constatazione: si può essere belli sempre, anche a 80 anni, ma incinte no. Non è un male o un bene: è così. Quale cazzo è il problema?! Davvero, io non riesco a capire. Forse è più ampio. Forse me lo spiega la diocesi di Bergamo (un'amica su Facebook ha messo il "mi piace" all'articolo...):

"Poco importa al Ministero che magari il calo di natalità nel nostro paese non sia imputabile ad una carenza di spirito civico ma ad altri fattori, sui quali peraltro lo Stato potrebbe avere maggior voce in capitolo di quanta invece ne ha di diritto sulle scelte personali e di coppia  di chi decide di avere (o di non avere) figli. Iniziamo per esempio a parlare di lavoro: quanti di coloro che a 25 anni vorrebbero un figlio sono in realtà impegnati a dibattersi tra lavori precari, stage sottopagati o misere occupazioni semi-gratuite che di fatto rendono impossibile anche solo l’idea di formare una famiglia? Parliamo anche di tutele della maternità: una giovane donna che desiderasse diventare madre, sa che dovrà presumibilmente rinunciare al lavoro, sia perché ci sono altissime probabilità che il suo contratto di lavoro non preveda la tutela della maternità, sia perché gli asili nido o i servizi simili sono costosissimi."
Quindi? L'indignazione starebbe nella dicotomia tra quello che lo Stato mi permette di fare (cioè niente, perchè gli stipendi sono bassi) e quello che vorrebbe che io facessi (avere figli). Ripeto: quindi?

Vuoi avere figli? Puoi avere figli? E allora falli! Non vuoi? Non puoi? E allora non farli! Accetta la tua condizione. Dove sta l'offesa? Perchè le donne, ma anche gli uomini ovviamente, dovrebbero incazzarsi così tanto per una cosa, tra l'altro, di un'inutilità, un'ignoranza e un infantilismo atroci come il Fertility Day? Cioè, non vorrei dire, ma provate a leggere 'sta roba riportata da Repubblica:
"'Sono meravigliata, perché l'obiettivo del nostro lavoro di esperti a supporto del ministero e di questo ministro, che per primo si è interessato al tema della fertilità e a tutto questo universo poco noto, era quello di fare conoscere la struttura del corpo degli uomini e delle donne e il suo funzionamento dal punto di vista riproduttivo, dando strumenti semplici, accessibili, divulgativi a tutti per fare scelte consapevoli', ribatte Eleonora Porcu, presidente del tavolo consultivo sulla fertilità del ministero della Salute e direttrice del centro di Infertilità del policlinico Sant'Orsola-Università di Bologna.
E ginecologi, endocrinologi e andrologi si schierano in difesa del Fertility Day: "Ragazzi pensateci per tempo alla vostra fertilità!! Le ragazze lo fanno già!! Voi lo scoprite a 49 anni quando è già tardi! #fertilityday", scrive il noto andrologo Carlo Foresta, ordinario di Endocrinologia dell'Università degli Studi di Padova. 'Gli andrologi italiani plaudono alla iniziativa che mette in evidenza i fattori di rischio per la fertilità'."
No comment. Infantilismo contro infantilismo.
Adesso ve lo do io un motivo per incazzarvi veramente: gente che si polarizza con una facilità simile, se non ha figli, è meglio che non li faccia e, se ce li ha, è meglio li dia in adozione perchè rischiano seriamente di crescere da schizofrenici rincoglioniti a loro volta.

Siete incazzati, adesso? Se fosse uscito un Renzi qualunque a sparare una frase simile, avrei potuto comprendere l'ondata di indignazione susseguente, sarebbe stata molto più giustificata e giustificabile. Ma qui... Tanto è l'ennesimo fuoco di paglia dell'intrattenimento dualista come, tanto per dirne una relativamente recente, è stata la questione delle trivelle. Ve le ricordate? Nessuno se le è mai filate per decenni, secondo me molti manco sapevano esistessero nell'Adriatico, e 5 minuti dopo erano peggio degli hooligans inglesi in trasferta. La vita o la morte del pianeta, ma che dico, diamine! dell'intero universo dipendevano dall'esito di un referendum avente come oggetto un argomento sul quale il 95% (e sto basso) delle persone non aveva un'adeguata conoscenza in merito al punto da poter esprimere un parere minimamente valido.

"Le trivelle distruggono la natura". Ha ragione. "Le trivelle servono per il futuro energetico del Paese". Ha ragione. "Le trivelle deturpano il paesaggio". Ha ragione. "Le trivelle danno lavoro". Ha ragione. "Deciditi, cazzo!! Stai con noi o con loro? Con loro o con noi?", "Ma io non ne so abbastanza di energia, macroeconomia, le conseguenze...", "Vaffanculo! Sei uno di loro! Al rogo!".

Facciamo così: istituiamo il Camomilla Day. Prendiamo un giorno tranquillo... Il giorno dei morti, il 2 novembre, che più tranquillo di un morto non si può essere. Facciamo i manifesti "Chi va piano va sano e va lontano" (si indignerà la velocità), "Prima di parlare, conta fino a dieci" (si indignerà l'undici) e "La calma è la virtù dei forti". Ah. Ah cavolo, no, quest'ultimo no, che poi mi si indignano i deboli.