13 ottobre 2017

Da -10 a +10: il potenziale dell'energia

Oggi vorrei parlare un po' degli stati d'animo che viviamo nella nostra vita quotidiana e di come si riesca a passare da un'apparente quiete normale all'euforia o alla depressione. È stato un periodo bello e intenso, quello degli ultimi 2 mesi circa, e mi ha dato l'occasione di osservare un meccanismo in azione con noi e su di noi 24 ore al giorno. Vediamo se riesco a spiegarlo. Molto probabilmente non vi suonerà nuovo, così come non suona nuovo a me, però stavolta sono riuscito a farci caso e penso sia comunque utile razionalizzarlo.

Il primo aspetto da ricordare e incidere nella pietra è che noi non agiamo (quasi) mai: noi reagiamo agli stimoli, da quelli mentali interiori a quelli materiali esteriori, seguendo delle "vie" che abbiamo assimilato, spesso inconsapevolmente, dal mondo esterno durante l'arco di tutta la nostra vita, giorno dopo giorno. Sono una miriade di voci provenienti dai genitori, dagli amici, dagli sconosciuti, dal contesto sociale, da quello culturale, da un evento e chi più ne ha più ne metta. Ne ho già parlato fino alla nausea tante altre volte, per cui non vi tedio oltre, ma serviva ricordarlo perchè il resto del discorso vi si innesta sopra.

Quanti cambi d'umore abbiamo, anche solo nell'arco di una giornata? Normalmente sono balzelli, più che sbalzi veri e propri, fra una modesta positività e una modesta negatività, passando per attimi di strana apatia. Come immagine per aiutarci nel discorso, usiamo un'onda sinusoidale.

(Ho riadattato un'immagine da Wikipedia)

(Ragazzi, è tutta una roba teorica, un modo per rappresentare un qualcosa che si verifica sempre. Non è realmente così: è soltanto la modalità che viene più congeniale a me per spiegare un fatto, tutto qua, non attaccatevici troppo)

L'asse verticale è il potenziale; quello orizzontale indica il tempo (il periodo, nell'immagine, è costante, ma nella realtà varia continuamente: possiamo essere felici per un quarto d'ora, così come per un secondo o per ore e ore o giorni, e poi piombare nella tristezza idem per qualche minuto, ora o secondo).

Lo 0 indica l'apatia; +10 e -10 sono, rispettivamente, la massima gioia/felicità/amore e la massima tristezza/depressione/odio esperibili dalla singola persona. In quanto tali, sono dei valori chiamiamoli "ideali" o "teorici", virtualmente irraggiungibili o dei quali è comunque estremamente complicato essere consapevoli (chi può affermare con certezza assoluta che "più di così non posso essere felice/triste"?). Sono i valori del cortocircuito, quelli in cui il dualismo scompare per lasciare il posto, anche per un solo istante, a un'altra cosa, trascendente.

La verticale, come detto, è il potenziale. Cos'è il potenziale? È l'energia della quale possiamo disporre sempre, tipo il serbatoio di benzina per un'auto. Per sua natura è neutra: "diventa" positiva o negativa in base a come noi interagiamo con essa, ovvero in base a quale "via" le facciamo prendere (ecco perchè ho dovuto fare quella breve introduzione, prima). Di norma, come già detto, non siamo però noi a scegliere consapevolmente in che "via" farla andare: al verificarsi di un determinato evento, ne prenderà una in particolare e, mancando quasi sempre l'occhio vigile della consapevolezza (ovvero: mancando noi), continuerà a prendere la stessa "via" ogni volta che quell'evento si verificherà uguale. Premo il tasto "vol+" sul telecomando e la tv alza il volume. Fine del discorso.

L'ampiezza è la quantità di energia potenziale che usiamo effettivamente in un determinato momento. Di norma è piuttosto bassa, ma se ci lanciassimo col paracadute da un aereo ne useremmo molta di più. Pensate all'innamoramento, all'attesa per un evento importante, al nervoso per un colloquio di lavoro: a tutte quelle circostanze, insomma, che esulano dalla normalità e che, in un modo o nell'altro, alzano in noi il livello di tensione (spesso anche di adrenalina). Ecco, questa tensione è l'ampiezza, cioè l'energia potenziale che effettivamente stiamo usando, della quale siamo effettivamente consapevoli in un dato momento.

Spero di essermi spiegato in maniera quantomeno decente e minimamente comprensibile, perchè il fulcro del post arriva ora. La questione è semplice: noi, la nostra energia, non la sappiamo gestire. Siamo un balìa delle onde, nell'oceano in tempesta con una barchetta di legno. Normalmente, di tutta l'energia potenziale, ne usiamo poca. Diciamo che oscilliamo tra un'ampiezza che va da +3 a -3, da "moderatamente felici" a "moderatamente infelici" in base alle circostanze. In questi momenti riusciamo ad avere un'apparenza di sanità, di controllo, di stabilità. I problemi sorgono quando, dal serbatoio del potenziale, caviamo fuori più energia. Un evento gradevole, che prima ci avrebbe portato da 0 a +3, ora può portarci fino a +7, +8 o +9 (+10 lasciamolo là). La tensione è maggiore e, finchè si rimane sul lato positivo del grafico, "sciambola che figata bella gente!" ma attenzione, perchè l'ampiezza è sempre speculare, dato che la quantità di energia in circolo, essendo neutra, può andare tutta da un lato o tutta dall'altro allo stesso modo. Quindi si può cadere nel lato oscuro in egual misura: -7, -8, -9 (-10 lasciamolo là). E lì, da festeggiare, c'è ben poco.

Qui sorgono molto evidenti le nostre magagne. L'aura di normalità si dissolve peggio della neve su Mercurio e ciò che prima era solo un piccolo fastidio ora diventa una botta di nervoso allucinante, da sfondare il muro a testate. O forse no. Forse siamo troppo "positivi" perchè quel piccolo evento negativo possa portarci "dall'altra parte" ma, dovesse riuscirci, sono ca...voli amari. Naturalmente vale anche l'opposto: un piccolo gesto che di norma ci porterebbe una modesta felicità potrebbe non essere sufficiente a farci uscire dal miasma di depressione nel quale siamo temporaneamente caduti ma, dovesse riuscirci, proveremmo una felicità amplificata, di molto superiore al solito.

Il fatto è che non lo sappiamo. Non siamo in controllo. Finchè il mare è abbastanza calmo riusciamo a destreggiarci in qualche modo, ma al minimo temporale si capisce subito che il culo, su quella barca, ce l'abbiamo per grazia ricevuta e le istruzioni per muoversi in maniera sensata dobbiamo trovarcele noi. Il mare va capito, va osservato. Altrimenti è normale essere schizofrenici; è normale che si uccida e che ci si uccida, che si stupri, che si voglia metterlo in quel posto al prossimo sempre e comunque, che si voglia prevalere, che ci si arrenda, che si passi dall'euforia alla depressione e ritorno in un nanosecondo, che si rimanga nell'ignoranza, che si creda a chiunque e a qualsiasi storia, che si cerchi appagamento sessuale a nastro, che si faccia il bastardo, che si voglia avere tutto come dei bambini capricciosi, che si crei e si perpetui una società come quella in cui viviamo.

Ogni volta che c'è maggiore tensione significa che una maggiore quantità di energia è stata "attivata", prelevata dal "serbatoio", cioè dal potenziale. Quindi c'è anche una maggiore possibilità di comprensione, di lavoro con l'energia per arrivare al famoso cortocircuito. La bravura sta nell'imparare piano piano come indirizzarla in maniera costruttiva.
E hai detto poco...