20 luglio 2012

Ci risentiamo, amici e amiche!

Ebbene sì: per un paio di settimane stacco un po' la spina e ricarico le batterie. Solite frasi fatte, insomma, ma tanto vere.

Nel frattempo vi lascio con i link ad un paio di articoli interessanti, che seguono piuttosto bene il filone di argomenti che mi ispirano da qualche mese, come avrete notato voi, cari amici lettori assidui e care amiche lettrici assidue. Già che ci sono vi ringrazio tanto :-)

Annuncio importante: ho aperto un account su Twitter, così se mi viene in mente qualcosa di veloce... taac! Dopo mesi e mesi dal pre-annuncio, eccolo qua, bello e azzurro. Diffidate delle imitazioni. Tanto non ce ne sono.

Con la speranza che per le olimpiadi non caschi il mondo (in quel caso, spostiamoci tutti), vi saluto e vi lascio ai due link. Vi invito anche, se non lo aveste ancora fatto, a guardare la pagina "Quello che ho capito", qui sopra. Lo so che continuo a menarla col rischio di diventare stucchevole, ma sono delle considerazioni che ritengo molto importanti e che a me sono servite tanto per capire. E, come valore aggiunto, sono il resoconto di quello che ho capito tramite sensazioni dirette e non da parole esterne di qualche bipede di buona o cattiva fede. Magari trovate cose che vi possono servire, magari no e mi mandate a quel paese; in ogni caso, accadrà ciò che deve accadere e sarà il meglio per tutti, me e soprattutto voi.

Buona lettura e buona vita!

Fede e preghiera (da SalvatoreBrizzi.com)
Matrix suggerisce al tuo cervello che cosa fare (da MatrixUnaParabolaModerna.blogspot.it)

14 luglio 2012

Dipendenza dal mondo: questo è consumismo spirituale

Corpo illuminato

Ieri sera ho avuto una piccola folgorazione. E quando succede ho imparato che ne scaturisce sempre qualcosa di positivo. E’ una sorta di seguito a ciò di cui vi avevo già parlato un mesetto fa e che potete leggere per intero nella pagina “Quello che ho capito”, tra i grafici HAARP e l’elenco dei post. Ogni tanto riprendo qualche concetto che trovate spiegato meglio lì, quindi se volete capire bene tutto… (ammicco ammicco)

“Non mi sento a posto: non sono felice, la mia vita è vuota, sono frustrato. Sento che manca qualcosa. Ecco! Domani vado a comprare un telefonino nuovo! Con Android che spacca di brutto, un bello smartphone. Spendo i miei soldi in modo da essere un po’ più contento, così avrò un qualcosa in più che mi farà stare meglio e metterò un tassello, magari piccolo, nel mio cammino personale alla felicità. Sì, farò così!

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Cazzo, questo telefonino è una bomba! Figata allucinante! Praticamente è un mezzo computer, ci posso fare un botto di roba. L’ho pagato abbastanza, eh, però ragazzi ne è decisamente valsa la pena. Direi che la mia vita è migliorata, da quando l’ho comprato: mi sento più a posto, più in sintonia con gli altri. Cioè posso fare delle robe fighissime, sono sempre in contatto con i miei amici, ci leggo le mail, ha Facebook, Internet va da dio e poi è un touchscreen, voglio dire, è nuovo, niente più vecchi e ingombranti tasti da sfigati. Bello bello bello!

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Maledizione! Dio bo’ come sono incazzato! Ho ancora problemi in famiglia, la mia tipa mi ha mollato e sono immerso in un mare di frustrazione. Che palle! Sembrava andare tutto bene, finalmente, e invece all’improvviso tutto è tornato praticamente come prima: un discreto ammasso di merda.

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Oh! Minchia ho visto un televisore della madonna con 3D in offerta! Appena posso mi fiondo come un sol uomo in negozio e lo arraffo a piene mani, scaraventando furentemente via eventuali altri acquirenti. Rispetto alla cacchetta che ho adesso, questo è avanti anni luce. E poi a quel prezzo! Dai, vedere la tv così è un’altra cosa, cioè… Torni a casa verso sera e, perdincibacco, to godi uno spettacolo unico, ti migliora quei meritati momenti di relax. Vai così! Non vedo l’ora!”

Avete già capito come andrà a finire: il nostro caro amico anonimo immaginario si recherà al negozio, si farà strada furentemente, gioirà nel tirare fuori dalla tasca posteriore destra il portafogli, correrà a casa battendo il tempo sul giro di Alonso a Montecarlo, monterà il piedistallo al televisore con l’aiuto di una ciabatta e quattro stuzzicadenti (sfidando apertamente McGyver) e si godrà ogni singolo pixel di ogni singolo fotogramma che apparirà sulla costosa lastra piatta di vetro di fronte a lui. Nella sua testa si sentirà estremamente meglio e sarà più felice… per qualche giorno.

Una volta svanito l’effetto della droga, ritornerà più a contatto con l’ambiente intorno a lui e, soprattutto, con sè stesso e farà una sensazionale scoperta (di nuovo): non sarà cambiato un cazzo. Il discreto ammasso di merda sarà ancora lì, intonso e più puzzolente.

Questo è il miracolo del consumismo: una droga che crea dipendenza se non ci si sta abbastanza attenti, per una dose della quale si paga una quantità di denaro direttamente proporzionale a quanto l’oggetto agognato viene percepito come “indispensabile” per la propria felicità e della quale non ci si stanca mai.

La condizione di fondo che rende possibile tutto questo è l’idea o, meglio, la convinzione che la felicità si compra. Materialmente. E, per di più, essa è temporanea e ha quindi bisogno di continue iniezioni in vena per poter esistere.

Ma fin qui non mi sembra di aver detto nulla che non sapeste già, o sbaglio? E infatti la folgorazione riguarda il passo successivo, ma avevo bisogno di introdurre così il discorso in modo da avere un’analogia. Difatti, lo schema sarà virtualmente lo stesso, ma spinto a un livello superiore, più profondo: quello spirituale.

Tutti noi abbiamo frustrazioni, condite da desideri che vorremmo vedere realizzati nella nostra vita. Non mi riferisco strettamente ad oggetti materiali, ma più che altro ad esperienze. Quando ciò che desideriamo lo sentiamo fuori dalla nostra portata “normale”, ci rivolgiamo alla fortuna o a Dio o a qualunque altra cosa/persona/entità/concetto riteniamo o pensiamo possa fare qualcosa per realizzarlo, dato che da soli nisba.

Spesso capita che, nonostante i nostri intensi sforzi materiali e interiori, l’esperienza che reputiamo utile per poter stare meglio non si verifica, sia essa vincere al Superenalotto o incontrare la ragazza/il ragazzo della nostra vita o qualunque altra. Cosa accade? La frustrazione aumenta, in maniera direttamente proporzionale alla caduta dei santi del calendario e così pure il nostro bisogno di quell’esperienza, la nostra dipendenza dalla sua effettiva riuscita. Sentiamo sempre più di non essere felici se quei stramaledetti 6 numeri non combaciano con quelli della nostra schedina.

E ironia vuole che più noi diamo forza a quel desiderio ormai morboso, più alta è la probabilità che non si verifichi. Più ci danniamo l’anima perchè vorremmo avere l’amore ricambiato veramente e profondamente da una ragazza/un ragazzo, una persona con cui condividere davvero tante stupende gioie e in cui trovare finalmente consolazione e compassione per i nostri dolori, più quest’esperienza sembra prenderci per il naso e prorogare all’infinito il suo accadimento.

Sembra un giochetto malvagio, neh? Non lo è. “Ma come, siamo tutti Uno, no? E noi co-creiamo la realtà, no? Il pensiero è creativo, no?” Sì, sì e ancora sì. “E allora perchè non riesco a vincere qualche milioncino di euri?” Perchè poni la tua felicità come dipendente da questo.

Questa è una completa inversione della realtà delle cose. L’unica, infinita e assoluta, coscienza fa esperienza di sè soggettivamente, scindendosi in virtualmente infinite scintille di sè e creando virtualmente infiniti scenari in cui porre queste scintille per fare esperienza. Questo è ciò che siamo: scintille di Luce, dell’unica, infinita e assoluta Luce. Quello intorno a noi è uno scenario, creato dalla coscienza stessa e, quindi, co-creato da ognuno di noi (scintille) e co-ricreato in ogni singolo istante.

Ma come agiamo noi, invece? Non da co-creatori, ma bensì da schiavi della nostra co-(ri)creazione. Ne diventiamo dipendenti, bramiamo un’esperienza e facciamo dipendere la nostra felicità da essa. Se non si verifica, è la fine. E’ come se giocassimo a Monopoli, alla fine la nostra carriera da imprenditori finisse male (contro il nostro reiterato desiderio), venissimo sconfitti e reagissimo suicidandoci perchè ormai stra-convinti che la nostra vita fosse esclusivamente in quel gioco e dipendesse esclusivamente dal nostro successo tra case, alberghi e stazioni.

La magagna madre da cui si genera tutto il malinteso risiede in una “deviazione” mentale iniziale: cresciamo convinti di non essere felici. Anzi, detta ancora meglio: cresciamo convinti di non essere LA felicità. Non ci viene ricordata la nostra natura divina, di co-creatori, di manifestazioni individuali della coscienza infinita e assoluta che fa esperienza di sè in uno scenario da essa stessa (e quindi anche da noi) creato. In questo modo, possiamo anche arrivare a comprendere concetti piuttosto profondi e veri, ma  rimarremo comunque ancorati ad esperienze esterne che la nostra mente egoistica (locale) ritiene importanti per la nostra realizzazione. Invece di vivere uno scenario, ne diventiamo dipendenti (Gesù direbbe “morti”). Questa è la nostra condizione attuale.

Nel 99% dei casi, ognuno di noi si affida alla mente “locale”, quella che c’è solo in questo mondo, in questo scenario. Ed è lì per un motivo: così come il corpo serve per poterci muovere nello scenario, la mente “terrena” ci fornisce l’interfaccia per potervi interagire compiutamente. Solo che noi tendiamo troppo a riconoscerci in essa e, sostanzialmente, quello che facciamo implicitamente è ridurci ad esseri esistenti solo e soltanto qui. Una volta che crepi, basta: game over. Ma la mente locale non è progettata per questo: è un incarico troppo gravoso, non ce la fa. Ma noi continuiamo ad affidarci (quasi) pienamente ad essa, col risultato che commettiamo “errori”, aumentiamo la nostra frustrazione ed insoddisfazione, diventiamo timorosi e, in ultima analisi, schiavi dello scenario, (quasi) completamente dipendenti da esso.

Perchè “quasi”? Perchè, nonostante i nostri integerrimi sforzi, la coscienza non sparisce e capita, se ci si fa caso, che si ripresenti vigorosamente. Quando? Quando intuitivamente sapete qualcosa. Come fate a saperla? Boh: la sapete e basta, e non vi importa nemmeno conoscere il perchè la sapete. Può essere un attimo di grande intensità oppure più tenue, quasi impercettibile (perchè non siamo abituati ad accorgercene), ma di sicuro non lascia indifferenti. Se ci fate caso, vi accorgerete che in quei momenti vi si formerà un pensiero: ma sentirete che questo pensiero non ha origine nella mente locale, bensì essa svolge solo il ruolo di traduttore della coscienza. Che tra l’altro è ciò per cui esiste. In pratica traduce in un linguaggio a lei comprensibile un “messaggio” proveniente dagli strati più profondi, superiori, da quelli che vanno oltre. E’ la mente superiore, quella che sa, che è più vicina alla fonte, a Noi.

Provate a pensarci: se ci impegnassimo anche intensamente, rivolgendoci alla fortuna o a Dio o a qualunque altra cosa/persona/entità/concetto riteniamo o pensiamo possa fare qualcosa per realizzare un desiderio che reputiamo fuori dalla nostra portata, e alla fine questo desiderio si realizzasse, ci ritroveremmo nella stessa situazione di chi è dipendente dalla droga del consumismo. Ovvero: identificandoci con la mente locale, che è fallibile e ignorante delle cose spirituali perchè esiste solo qui, creeremmo un desiderio, subordinando la nostra felicità alla sua realizzazione, e quando questa si verificasse staremmo bene per un po’ di tempo e fino a che questo effetto non ci saluterà e torneremo a sentirci infelici.

Questo non è il modo di operare di Dio, o dell’Infinito, o della Coscienza o come volete chiamare l’Essenza che sottende tutto ciò che è. Usando il vocabolario Cristiano, questo è il modo in cui opera il Diavolo: vendendovi un panino al prosciutto e persuadendovi che non vi farà mai più avere fame.

Noi cerchiamo la felicità là fuori, senza renderci conto che è qui dentro: siamo Noi. Crediamo che l’esperienza ci renda felici, mentre è perchè siamo la felicità che abbiamo l’esperienza. E’ l’opposto. Uso il termine “felicità” ma potrei dire “amore”, “luce”, “scintilla divina” per esempio.

Che dite, è buona come folgorazione?

11 luglio 2012

L’assenza di spiritualità nella vita quotidiana

Oggi vi propongo un ottimo articolo, forse uno dei migliori, di Paolo Franceschetti sulla spiritualità e la sua (inesistente) diffusione nei mass media. Bravo Paolo!
Buona lettura.

(tratto da PaoloFranceschetti.blogspot.it)

La manipolazione spirituale dei mass media


Nella foto: bambini di una scuola peruviana in meditazione.

La più grande truffa nella storia dei mass media
1. Premessa. 2. Il potere dei mass media. 3. La strana caratteristica dei personaggi Tv: la mancanza di una vita spirituale. 4. La manipolazione spirituale dei mass media. 5. Gli attacchi alla spiritualità. 6. Gli obiettivi della manipolazione spirituale. 7. Conclusioni.

1. Premessa.

Per anni ho amato la TV come mezzo, ma anche come fine.

Uno dei miei piaceri più grandi era vedermi un bel telefilm, magari sgranocchiando noccioline, bevendo una bibita o un caffè e poi fumando una sigaretta.

Avevo la TV anche al bagno, perché mi piaceva vedermi il TG5 mentre mi facevo la barba e trovavo che si trattasse di un’invenzione eccezionale. Pensavo ad esempio ai malati costretti per mesi o anni a letto, alle persone sofferenti di insonnia, e al cambiamento in positivo che potevano ricevere dall’avere un’ampia scelta di programmi TV, film, telefilm, documentari, notiziari, ecc.

Sentivo spesso parlare della TV come un mezzo di condizionamento mentale; Pasolini disse “niente di più feroce della banalissima televisione”, e pare che Berlinguer quando venne inaugurato il primo programma RAI disse “è la fine della democrazia”.

Con gli anni ho imparato a capire che in effetti c’era una parte di verità in quello che loro dicevano. Ma pensavo si trattasse pur sempre di un’esagerazione perché dentro di me ero convinto che l’ascoltatore avesse comunque un certo senso critico; se un programma non piace – pensavo – basta spegnere la TV. Consideravo quindi come esagerati quei genitori che non volevano assolutamente che i propri figli guardassero la TV.

Ci fu però un momento della mia vita in cui mi resi conto della vastità del problema rimanendo anche scioccato dalla sua gravità; fu in questo momento che mi sono reso conto che i mass media sono un vero e proprio strumento di controllo mentale della popolazione, uno strumento straordinario e più potente di quanto si immagini; fu quando mi resi conto che giornali e TV presentano costantemente, senza eccezione alcuna, una visione completamente falsa e distorta della realtà giudiziaria. Sarah Scazzi, Cogne, Garlasco, Erba, Mostro di Firenze, Bestie di Satana, presentano sempre come capri espiatori degli improbabili assassini (contadini analfabeti, spazzini, madri casalinghe, studenti), nascondendo la realtà, cioè che i veri assassini sono spesso avvocati, magistrati, ufficiali dei carabinieri, architetti, ingegneri, commercialisti, preti…

Quando un professore universitario uccide la moglie a martellate la notizia non viene riportata dai giornali.

Quando un generale dell’esercito uccide la figlia piccola (caso di Milica Cupic), tutto tace.

In altri casi può capitare che ad uccidere sia un gruppo di letterati, artisti, professionisti, comprendenti addirittura il magistrato che coordina le indagini (come nel caso del Mostro di Firenze); quando l’opinione pubblica reclama a gran voce un colpevole, si trovano quattro contadini analfabeti e il caso è risolto. Mentre i veri assassini scrivono libri sulla giustizia, tengono conferenze sulla legalità e insegnano nelle scuole di polizia, oppure vanno a Chi l’ha Visto come esperti della vicenda del Mostro di Firenze a discutere l’ultima pista investigativa sulla vicenda.

Da anni, insomma, avevo capito che vengono manipolate le informazioni relative a medicina, politica, finanza. Ma resomi conto che nella realtà TV e giornali arrivavano a manipolare addirittura i delitti, trasformando gli assassini in investigatori, e degli innocenti in assassini, rimasi shockato, e ho capito che la potenza dei mass media come fattore di condizionamento mentale è superiore a qualsiasi immaginazione.

Una gran parte delle manipolazioni mediatiche dell’informazione è stata da me presa in considerazione in altre sedi quando mi sono occupato di alcuni dei delitti più importanti;

http://paolofranceschetti.blogspot.it/2011/08/lomicidio-massonico-parte-8-lo-schema.html

Solange, in un articolo sulla funzione della televisione, ha citato i casi di Al Qaeda e altri.

http://paolofranceschetti.blogspot.it/2010/09/la-funzione-della-televisione.html

Riflettendo su questi argomenti mi sono accorto però che la manipolazione più grave, e più grande, che viene effettuata in grande stile è un'altra, molto più sottile e proprio per questo molto più efficace e pericolosa di qualsiasi altra. E’ una manipolazione difficile da smascherare in parte perché è sotto gli occhi di tutti, e come tutte le cose cui siamo abituati da sempre non riusciamo a percepirle come distorte; in secondo luogo perché per percepirla occorre essere dotati di una visione spirituale della vita, che la maggior parte della gente non ha, anche quando – a parole – si dichiara cattolica, protestante, buddista, ecc.

La manipolazione di cui parlo è quella spirituale. La manipolazione consiste, cioè, nel presentarci un mondo completamente privo di parte spirituale.

Facciamo prima alcune premesse.

2. Il potere dei mass media.

Partiamo dal presupposto che la TV ha l’immenso potere di influenzare comportamenti, idee, costumi e addirittura cambiare radicalmente abitudini di vita o credenze.

Se la TV comincia a mandare in onda notizie di rumeni che uccidono italiani, dopo poco tempo si diffonderà un odio diffuso verso i rumeni.

Se la TV presenta Forza Nuova come un covo di fascisti, nazisti, violenti e privi di cervello, la gente si sarà fatta quell’idea, anche se mediamente le persone iscritte a Forza Nuova sono maggiormente impegnate nel sociale rispetto al resto della popolazione e si occupano di temi importantissimi dal punto di vista sociale.

Come ha ben evidenziato Solange, Al Qaeda non esiste più dal 2002, ma per il 99 per cento della popolazione esiste ancora, e Osama Bin Laden il cattivo è stato ucciso di recente dai buoni americani.

Per il 99 per cento della popolazione europea gli islamici sono intolleranti e guerrafondai, e vogliono la guerra santa contro gli infedeli.

Anche se questa affermazione è in palese contrasto con la realtà che viviamo quotidianamente, ove si incontrano arabi – che hanno pizzerie, kebaberie, o negozi vari – gentili, rispettosi, sereni, spesso generosi, la gente continua ad avere questa idea.

In compenso, siccome la TV non nomina mai i cinesi, nessuno si accorge che fra pochi mesi, quando la crisi finanziaria sarà al suo massimo apice, la nostra economia sarà distrutta a vantaggio di quella cinese.

Siccome gli assassini che vengono presentati in TV sono sempre contadini, spazzini, studenti, casalinghe, drogati, la gente normalmente si fa l’idea che i magistrati, i politici, gli architetti, gli avvocati, i commercialisti, non uccidano nessuno e nella società si crea quindi la ridicola equazione “professionista = persona per bene”.

Talvolta la TV è un modello positivo.

Quando ero giovane, vivendo in una famiglia conflittuale dove le idee venivano in genere espresse con una certa violenza verbale, avevo preso a modello di comportamento familiare i vari telefilm come “I Robinson” o “Genitori in blue jeans”. Decisi che avrei imparato a discutere come facevano nei telefilm dei Robinson, e quindi quando il mio fratellino, di quindici anni più piccolo, faceva una sciocchezza, anziché insultarlo gli dicevo con calma ciò che pensavo.

Guardando telefilm come “RIS” o come “La piovra”, un giovane laureato può decidere di entrare in polizia o in magistratura.

La TV, insomma, propone modelli di comportamento, propone fini, ispira stili di vita, e inculca, che ce ne rendiamo conto o no, idee e pensieri.

3. La strana caratteristica dei personaggi TV. La mancanza di una vita spirituale.

Fin da piccolo, essendo appassionato di telefilm, di cui colleziono varie serie (X-Files, Magnum PI, A-Team, Robinson, Casa Keaton), avevo notato che i protagonisti non hanno mai idee politiche, e men che meno hanno una vita spirituale o religiosa.

I vari personaggi discutono tra loro, amano, odiano, uccidono, lavorano, ma straordinariamente non fanno mai discorsi relativi a religione e politica.

Pensiamo alle trame di film e telefilm.

In essi i personaggi hanno crisi di identità, hanno problemi di coppia, familiari, lavorativi. Ma mai hanno crisi religiose o mistiche, non si domandano mai il senso della vita e della morte, non discutono mai di Dio, di Cristo, Allah, Buddha.

Le trame sono costituite da protagonisti che trovano il lavoro dopo anni di ricerca, che trovano un assassino dopo anni di indagine, che trovano l’amore dopo anni di solitudine, che ritrovano qualcosa (amici, parenti, felicità) dopo anni; si narra di guerre, battaglie, intrighi di corte nazionali o internazionali, ma mai – sottolineo mai – persone che sono alla ricerca del senso della vita e lo trovano, quale che sia il modo; mai si narra di persone che si interrogano sul senso della morte e arrivano a spiegarlo.

I film sulla vita di Gesù sono diversi in realtà, ma la maggior parte si soffermano sugli aspetti formali e biografici della sua vita e nessuno affronta il problema del suo reale messaggio e della diversità di esso rispetto agli insegnamenti misterici precedenti. Men che meno poi si affronta il discorso della sua formazione spirituale prima dei 29 anni, o quello della permanenza del suo messaggio dopo la crocifissione.

Anche i film sui vari santi, come quelli su San Francesco di Assisi, si soffermano sugli aspetti più biografici che spirituali.

I film veramente spirituali sono pochi; per quanto mi ricordo “Hollywood Buddha”, “Conversazioni con Dio”, “Powder”, “Il pianeta verde”, “Peaceful warrior”, “Incontri con uomini straordinari”, “Samsara”, “Siddharta” "Bab Aziz" e pochi altri (e alcuni di essi sono poi incomprensibili per qualsiasi spettatore anche di cultura elevate, come ad esempio "La montagna sacra" di Jodorosky).

Ma tali film non vengono mai mandati in onda nelle TV nazionali, mentre i palinsesti continuano a propinare i vari Fantozzi o i film di Trinità.

Nei talk show si parla di politica, di moda, di gossip vario, ma raramente, per non dire mai, si accenna alla vita spirituale dei vari personaggi che intervengono, pubblici o non.

Il motivo è presto detto.

4. La manipolazione spirituale dei mass media.

Se un regista facesse un film sulla vita di Buddha, di Maometto, di Krishna, se si affrontasse l’aspetto della meditazione nella vita di ogni giorno, il giorno dopo la proiezione del film migliaia di persone andrebbero a cercare un centro buddista, islamico o di Yoga per approfondire gli aspetti spirituali della vita.

Se il protagonista di un film o telefilm (siano essi i membri dell’A-Team, i protagonisti di X-Files, o il papà del telefilm Casa Keaton) trovasse la forza interiore per risolvere i suoi problemi in una qualunque religione, migliaia di persone si interesserebbero a quella religione per vedere se davvero sia possibile attingere la stessa forza.

Se un film narrasse di una persona nevrotica che trova la calma e la serenità non con una psicoterapia o con l’amore, ma grazie a sessioni di meditazione, il giorno dopo ci sarebbe un sovraffollamento di persone che andrebbero a cercare insegnanti di discipline spirituali.

Anche i film più belli e con un contenuto apparentemente profondo come “L’attimo fuggente” con Robin Williams, “Big Kahuna” e altri, sono solo apparentemente profondi ma in realtà funzionali ad una mancanza di spiritualità; ne “L’attimo fuggente” infatti il protagonista dice “siamo vermi, e prima o poi non esisteremo più”; nel discorso sulla vita del film “Big Kahuna” (bello, indubbiamente, anche se un po’ retorico) il succo del discorso è “prendi la vita come viene, tanto non puoi farci nulla” e “non prendertela se non sai che fare con la tua vita” e “le tue scelte sono scommesse”.

Uno dei pochi film con il titolo espressamente dedicato alla felicità (“La ricerca della felicità”, che narra la storia vera dell’industriale Chris Gardner) è incentrato, in buona sostanza, sul modo di diventare straricchi quando si è poveri.

Straordinariamente poi la Chiesa cattolica, che in questi anni è intervenuta spesso in materia morale, dicendo cosa un film può dire e cosa non può dire, lo ha fatto intromettendosi su aspetti del tutto marginali, e assolutamente non spirituali. Le critiche della Chiesa si sono appuntate sull’eccessiva sessualità nei film, sul fatto che un film fosse favorevole o meno all’omosessualità, ma non sulla totale assenza di valori spirituali nelle opere in circolazione.

Un film come “Je vous salue, Marie” di Godard, dove erano presenti anche piccoli aspetti spirituali, venne attaccato prevalentemente perché ritenuto “irrispettoso” nei confronti della religione cattolica, e per le scene di nudo in cui appariva Maria.

Non mi risulta però che la Chiesa abbia mai sponsorizzato o promosso, o comunque stimolato, la produzione di film dal contenuto spirituale e che trattassero i temi della ricerca interiore, del senso della vita, dell’umanità, o anche solo del rapporto tra le varie religioni.

Il discorso è identico quando dai film e telefilm si passa a talk show, o programmi di intrattenimento vari.

Documentari e programmi di intrattenimento si occupano degli usi e costumi di paesi e città, delle tradizioni culinarie delle varie regioni, parlando di videogiochi, di moda, di auto, moto, gossip, sentimenti, ecc. Abbiamo programmi in cui la gente si fidanza, si lascia, litiga, fa sesso, parla di problemi personali, gare di vario tipo, giochi, addirittura programmi con cui si realizzano a comando desideri; ma nessun programma parla mai di Dio, dell’anima, di discipline spirituali, Yoga, meditazione, mantra, cristalloterapia; banditi quasi del tutto gli argomenti del vegetarianesimo o della dieta vegana.

Ovviamente è anche bandito qualsiasi programma di approfondimento sulle varie religioni del mondo.

Anche per quanto riguarda la carta stampata il discorso è identico.

I personaggi principali dei romanzi più famosi sono pervasi da una totale assenza di spiritualità.

Romanzi e/o racconti dal contenuto spirituale sono relegati ai margini della letteratura, pubblicati da editori semi-sconosciuti o di nicchia, e oggetto di una pubblicità fatta solo col passa parola. Penso a romanzi molto belli come “Il lama delle cinque saggezze”, ad opere monumentali come il Vangelo di Maria Valtorta, o libri stupendi come “Memorie di un esseno” di Daniel Givaudan, fino a romanzi più semplici, ma comunque godibili, come “Il Budda, Geoff e io” pubblicato da Esperia.

Libri biografici che possono cambiare la vita di una persona, come “Bagliori di un’infanzia dorata” di Osho, “Autobiografia di uno yogi” di Paramahansa Yogananda o “Vita di Siddhartha il Buddha” di Thich Nhat Hanh, che pure hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, restano sconosciuti ai più; mentre quasi tutti, prima o poi, hanno letto una biografia di Berlusconi, della famiglia Agnelli, di Hitler, di Mussolini, Garibaldi, Mazzini, quando non di giocatori di calcio o inutili personaggi della TV.

Ovviamente da queste biografie, vengono omesse tutte le parti strettamente esoteriche, così ad esempio dalla biografia di Hitler viene sempre taciuta l’influenza che ebbe su di lui il personaggio di Crowley.

Quotidiani, settimanali e mensili vari, seguono il modello di ispirazione televisivo. Le riviste abbondano di consigli dietetici (dieta della pasta, dieta della pizza, dieta solo proteine, diete solo uva, solo pesche, solo albicocche, dieta a punti) ma mai viene approfondito il discorso vegetariano e vegano da un’ottica spirituale; abbondano i consigli per aumentare il numero di orgasmi maschili e femminili, le lettere al direttore che parlano delle corna che vengono messe al partner, ma mai che si faccia un discorso spirituale, religioso, meditativo.

In particolare, lo Yoga viene sempre e solo presentato come una disciplina per stare bene e in forma, in sostanza come una variante dell’idromassaggio o della sauna, ma mai si precisa che lo Yoga è la scienza della meditazione per chi vuole trovare Dio. Yoga significa infatti unione, e in particolare unione con Dio.

Analogo discorso vale per la musica di largo consumo, dove i contenuti spirituali, se si fa eccezione per alcune perle rare come Battiato, sono del tutto assenti. Il solo settore i cui testi sono intrisi di spiritualità sono quelli di autori metal come gli Iron Maiden, ma si tratta di un settore di nicchia e per giunta demonizzato come satanico.

Chi non si piega, come Rino Gaetano, De Andrè, Michael Jackson, Luigi Tenco, viene ucciso; chi azzarda troppo con i suoi testi, come Jovanotti o Roberto Vecchioni (che col suo lamento di un cavaliere dell’ordine di rosacroce prova a criticare il sistema rosacrociano e che in molti testi accenna comunque a contenuti spirituali) riceve una bella denuncia o subisce un incidente, per rientrare nei ranghi, magari vincendo anche Sanremo.

5. Gli attacchi alla spiritualità.

Parallelamente alla privazione di qualsiasi contenuto spirituale, i mass media operano spesso attacchi verso chi potrebbe elevare la spiritualità degli individui.

I maestri spirituali che emergono con prepotenza nella società vengono regolarmente attaccati e viene distorto il loro messaggio.

Ai tempi in cui il movimento hippie si ispirava a Paramahansa Yogananda, partì l’operazione mediatica Charles Manson e gli hippie divennero automaticamente nullafacenti assassini.

Ai tempi in cui Sai Baba iniziava ad essere conosciuto in Occidente, Corrado Leoni (padre del più famoso Paolo Leoni, in carcere per essere il capo delle Bestie di Satana) uccide una donna di nome Maddalena Russo, e siccome era seguace di Sai Baba, i giornali accosteranno la figura di Corrado Leoni al satanismo e a Sai Baba; da quel momento molti faranno l’accostamento Sai Baba – Satana, e questo maestro spirituale verrà presentato ovunque come un ciarlatano indiano che faceva finti miracoli per attirare le folle.

L’operazione di marketing negativo si ripete con il figlio di Corrado Leoni, Paolo; questa volta l’attacco è alla musica metal e al mondo dei metallari; a partire dalla storia delle Bestie di Satana, infatti, il metal verrà ogni volta ostinatamente presentato come un mondo di satanisti.

Di Osho, che verrà assassinato dalla CIA mediante avvelenamento da tallio, le tv e i giornali in genere puntano il loro indice contro le sue 99 Rolls Royce e contro le (presunte) orge che si effettuavano all’interno della comunità degli arancioni.

Il movimento degli Hare Krishna viene presentato come un movimento di rincoglioniti che tutto il giorno si limita a cantare “hare krishna hare hare”.

In generale, tutto il mondo della magia e dell’esoterismo è presentato utilizzando come testimonial Vanna Marchi e il Mago Otelma.

Per finire, senza che gli stessi cristiani se ne rendano conto, un attacco costante e continuo alla figura di Cristo è portato dai mass media ogni volta che si presenta al mondo il volto meno presentabile della Chiesa; cardinali bigotti, papi impresentabili che appoggiano mafiosi e piduisti, discorsi demenziali sul sesso e sulle parolacce, preti pedofili, ovverosia tutto il peggio che il Cristianesimo ha prodotto.

Operazioni il cui vero obiettivo è allontanare la gente da tutto ciò che è Dio, religione, spirito, anima, senso della vita.

6. Gli obiettivi della manipolazione spirituale.

Questa manipolazione spirituale ha due obiettivi, uno mediato e uno immediato.

Il motivo immediato è evitare che la gente si faccia domande, che effettui ricerche spirituali, che indaghi il motivo per cui l’uomo è sulla terra e si addentri nei misteri dell’anima.

Il motivo mediato è la creazione di una massa di persone schiave del sistema e docili al volere di chi comanda.

La creazione di una popolazione dotata di una forte spiritualità infatti provocherebbe il collasso del sistema capitalistico, e il potere non avrebbe più armi per rendere schiavo il cittadino.

Osho, Krishnamurti, Gurdjieff, Tolle, Evola, De Mello, Sai Baba, Yogananda, Aivanhov, Steiner, Guenon, Padre Pio, erano giganti dell’umanità e totalmente inattaccabili dal sistema in cui viviamo; e persone che ragionino seguendo le loro linee di pensiero non sarebbero più pecore, ma esseri pensanti.

Un libro come “Gesù di Nazaret” di Benedetto XVI, idoneo a far odiare anche al cattolico più incallito la figura di Cristo, viene venduto negli autogrill, unitamente ai libri di Paolo Brosio; libri come il Vangelo di Maria Valtorta o “Memorie di un esseno”, idonei a far innamorare della figura di Cristo chi ancora non la conoscesse, sono quasi sconosciuti ai più.

Stesso discorso vale per testi come “Le religioni del mondo” di Huston Smith.

Infine, controcorrente rispetto alle cose che ho sempre sostenuto fino ad oggi, penso che la vera ragione per cui i media non parlano mai del dibattito secolare tra Chiesa e Massoneria, non sia quello di nascondere la trama di poteri occulti che governa il mondo. Infatti la maggior parte delle persone affiliate alla massoneria è inconsapevole di quanto avviene ai piani alti, come la maggior parte dei cattolici ignora tutto ciò che riguarda lo IOR, i rapporti con la massoneria, i Templari, i Cavalieri di Malta, ecc., e continuerebbe ad ignorare il sistema di potere occulto che ci governa anche se nei media si parlasse più spesso di massoneria e società segrete.

Credo invece che la ragione dell’occultamento di queste problematiche sia quella di evitare che la gente si faccia domande di tipo spirituale; la lotta tra Chiesa e Massoneria nei secoli (compresa la lotta tra Chiesa e Templari, e prima ancora tra seguaci delle dottrine paoline e giovanniti) è in realtà una lotta spirituale, che aveva – ed ha ancora oggi – come obiettivo le coscienze dei popoli, e il sistematico appiattimento di ogni aspetto spirituale nella vita delle persone.

Chiunque inizi a interessarsi dello scontro titanico e secolare tra Templari, Rosacroce, Massoneria, e Chiesa cattolica, finisce inevitabilmente prima o poi per sviluppare un proprio percorso spirituale, ed è quello il vero obiettivo di chi non parla mai di queste tematiche.

Infatti chiunque voglia capire e approfondire la figura di cristo con uno spirito di ricerca libero da dogmi, prima o poi deve studiare la storia della chiesa; dopodichè inevitabilmente deve passare allo studio della massoneria e successivamente, e necessariamente, deve approfondire templari e rosacroce. A quel punto finisce in una sorta di vortice che porta ad approfondire ebraismo, islamismo, e a chiedersi il senso di tutto ciò, e a capire l’origine del caos sociale in cui ci troviamo.

Gli effetti di questa manipolazione in particolare sono i seguenti.

Innanzitutto il cittadino ignorante è docile al sistema. Infatti la persona con una forte spiritualità non è controllabile e manipolabile. I maestri spirituali di ogni tempo spesso hanno avuto grandi ricchezze, ma in linea di massima erano e sono insensibili al concetto di ricchezza o povertà. Si fanno la galera piuttosto che aderire alle richieste del sistema (qui il mio pensiero corre al primo presidente della Soka Gakkai, che preferì morire in carcere piuttosto che accettare le richieste di chi voleva che il suo movimento si piegasse al potere allora dominante; ai primi cristiani che preferivano morire piuttosto che cambiare religione; ai catari che si fecero sterminare piuttosto che obbedire al papa; ma con esempi più piccoli penso ai ragazzi in galera per la vicenda delle Bestie di Satana, che hanno preferito la galera piuttosto che accusare gli amici di delitti mai commessi; penso a Rino Gaetano che sapeva i rischi che correva ma non ha rinunciato a mettere in musica sotto forma simbolica quello che sapeva del sistema; ecc.). La persona priva di spiritualità aderirà sempre alle richieste del sistema con la scusa dei figli, del lavoro, della famiglia; una persona che vive in una dimensione spirituale piena sa che figli, famiglia, lavoro, e se stesso, sono solo mezzi per realizzare fini più elevati.

In secondo luogo si fornisce “più potere a chi sta al potere”. La conoscenza è potere, e tenere milioni di persone all’oscuro delle verità spirituali più importanti equivale ad avere un maggior controllo su di loro. Le persone che ricoprono posizioni di vertice nella società, infatti, sono a conoscenza di concetti e dominano informazioni completamente sconosciute ai più. Mentre nei mass media si relega l’esoterismo a una questione da mago Otelma o da mago Silvan, i grandi della terra sono spesso esperti di esoterismo, dotati quindi di una forte spiritualità. Una spiritualità negativa, nera, satanica direbbe qualcuno da un’ottica cattolicocentrica, ma comunque una spiritualità che li rende diversi dalla maggior parte delle persone. E’ noto che tutti i presidenti degli USA sono stati e sono massoni; Berlusconi, come dice Gioele Magaldi nel suo sito Grande oriente democratico, non solo è un esperto di esoterismo, ma ha fondato addirittura una sua massoneria; Hitler faceva parte e si avvaleva della società Thule e aveva come consigliere Aleister Crowley; in linea di massima sono massoni e praticano e studiano discipline esoteriche la maggior parte delle persone del mondo della politica e dello spettacolo (anche un soggetto come Borghezio infatti è stato definito un esperto di Cabala).

Infine, si rende impossibile alle masse la comprensione dei meccanismi dei principali avvenimenti della storia e della politica. La totale ignoranza sul significato del termine “spiritualità” ed “esoterismo” rende impossibile capire perché avvengono certe guerre, perché si fanno determinate scelte politiche, e il motivo di alcuni accadimenti di natura politica.

Alcuni esempi chiariranno il concetto.

Non ho avuto difficoltà a spiegare le ragioni dell’operazione “Bestie di Satana” a Paolo Leoni, considerato uno dei leader della setta delle Bestie di Satana e in galera con l’ergastolo, perché è una persona che pratica la meditazione, che legge riviste come X Times, e aveva letto – solo per fare un esempio – alcune opere di Rudolf Steiner; mi è stato impossibile spiegarlo ad altre persone coinvolte, perché non conoscevano neanche lontanamente il significato del termine esoterismo, e ovviamente ne ignoravano l’importanza nella comprensione della realtà quotidiana.

Non si può capire il conflitto con l’Islam senza prendere in considerazione la parte spirituale ed esoterica della questione. In un colloquio avuto tempo fa, Fausto Carotenuto (ex funzionario dei servizi segreti, ora dedito ad attività spirituali e che ha il sito Coscienze in rete) mi disse che non si possono spiegare le guerre senza capire la parte esoterica e spirituale. Le motivazioni del conflitto infatti, siano esse quelle ufficiali o quelle meno note tipicamente complottiste, non reggono ad una prova logica e dei fatti; gli USA infatti sanno bene che gli stati islamici non userebbe mai la bomba atomica o altre armi contro la Nato perché tutto il mondo islamico verrebbe spazzato via in un soffio e nessuno stato islamico è così folle da decidere di attaccare le potenze occidentali; il conflitto non ha ad oggetto il petrolio perché le società petrolifere mondiali sono già praticamente sotto il controllo totale delle multinazionali occidentali; il terrorismo non è un problema perché i nostri servizi segreti hanno mezzi e uomini a sufficienza per impedire attacchi terroristici; non esiste insomma un motivo logico al mondo per una guerra all’Islam, che può essere spiegata unicamente sotto il profilo esoterico e spirituale.

Non mi è mai stato difficile spiegare le ragioni per cui è stato ucciso Aldo Moro a chi è dotato di una forte spiritualità, anche quando era un ignorante di politica e cronaca e non leggeva mai un giornale. Mi è invece stato assolutamente impossibile spiegarlo a persone che pure hanno studiato il caso Moro per decenni e sono considerati degli esperti in materia, che erano totalmente a digiuno di esoterismo e ignoravano il significato del termine spiritualità. Non si rapisce infatti un personaggio politico della statura di Aldo Moro per 55 giorni, creando un casino unico al mondo, solo perché questi era un personaggio scomodo e voleva il compromesso storico e l’apertura a sinistra; in altre parole, non si pone in essere un evento come quello, senza una regia di altissimo livello e senza ragioni diverse da quelle meramente politiche, che possono essere spiegate solo in termini esoterici, e inquadrando tutto il fatto nell’ambito di un processo di politica internazionale che prendeva le mosse da decenni prima, e che continua ancora oggi. Ho quindi rinunciato al dialogo con persone pure preparatissime ed umanamente eccezionali per la semplice ragione che non capiscono, e il dialogo su questi punti è impossibile.

Mi è stato impossibile spiegare a Salvatore Borsellino – persona stupenda, che stimo molto – il motivo dell’uccisione di suo fratello (non credo abbia mai neanche letto l’articolo che ho scritto sulla morte di suo fratello) per il semplice motivo che non ha mai voluto approfondire il modus operandi della massoneria, e tantomeno ovviamente ha mai voluto sapere nulla di esoterismo.

7. Conclusioni.

La manipolazione spirituale è molto difficile da smascherare per una serie di motivi.

La manipolazione relativa al Mostro di Firenze, in fondo, può essere smascherata semplicemente facendo ricerche o indagini anche personali.

Alla manipolazione riguardante le guerre scatenate per fini sbagliati, ci si può arrivare talvolta anche con la sola logica, e sicuramente con documenti ufficiali.

Una manipolazione così grande ed evidente come quella spirituale, invece, non può essere percepita facilmente perché occorre in primo luogo essere dotati di una visione spirituale della vita, quale che essa sia; e poi occorre analizzare molto bene il sistema dei mass media.

La maggior parte delle persone ha della religione un’immagine solo formale. Per rimanere in Italia, una parte dei cittadini si definisce cattolica o cristiana solo perché va a messa la domenica, e qualcuno vi si definisce solo perché ci va a Pasqua e Natale, e rispetta il principio del non uccidere e non rubare.

Un’altra si vanta di essere atea e di non credere in nulla.

Si può dire quindi che il 99 per cento delle persone non ha una vita spirituale e non sa neanche cosa essa sia.

Ai propri figli quindi non insegna il significato della vita e della morte, perché non lo conosce lui stesso; non insegna a dare una lettura spirituale ai gesti quotidiani, perché non ne è capace e non sa neanche cosa significhi una cosa del genere.

Con gli amici discute sempre e solo di calcio, auto, vacanze, lavoro, e quando si entra in discorsi socialmente impegnati, al massimo si toccano sentimenti, politica e giustizia.

Non potendo accorgersi quindi dell’assoluta assenza di contenuti spirituali in ciò che vede o legge, senza saperlo forma le sue idee, le sue aspirazioni e i suoi comportamenti, su ciò che sente in TV o nei mass media.

Nessuno ci insegna, fin da piccoli, la verità molto banale che il parametro di realizzazione dell’individuo deve essere la felicità individuale, non gli aspetti materiali della vita, e soprattutto nessuno ci insegna come realizzare questa felicità senza tali aspetti materiali.

La totale assenza di valori spirituali dalla vita quotidiana di tutti fa sì che non si percepisca il reale problema di fondo della politica, cioè che una società completamente priva di parametri spirituali nelle proprie scelte è destinata al fallimento.

In fondo, la crisi che è in atto e i disastri che stanno per arrivare sono unicamente il risultato della totale assenza di spiritualità nella cultura occidentale; una spiritualità che anche la Chiesa cattolica ha ridotto a dilemmi come “aborto sì o no”, “crocifisso nelle scuole sì o no”, “nudo nei film sì o no”, contribuendo a sopprimere tutto ciò che nell’uomo è più importante (l’anima) per esaltare (male e mortificandola) la parte corporale.

Questo, secondo un disegno ben preciso da parte dell’élite dominante, il cui fine è chiaro solo a chi ragiona in termini spirituali e colloca gli eventi – singoli e collettivi – in una dimensione globale e millenaria: trasformare le masse in una comunità di zombie, il cui unico fine sia avere un auto di grossa cilindrata e una bella casa, che prediliga certi lavori a discapito di altri, che vesta in modo giusto, si comporti in modo giusto, mangi cibi giusti, il cui unico svago sia uscire a cena fuori mangiando in una serata quello che potrebbe sfamare un intero villaggio africano per una settimana, docili al sistema perché con la minaccia di perdere il lavoro e la casa, saranno costretti a subire umiliazioni, ordini demenziali, commettere infrazioni, illeciti penali; una moltitudine di schiavi del sistema che lavori sei giorni su sette, affinché il settimo giorno questa moltitudine possa uscire dalle città ammassata come in un formicaio, per invadere supermercati d’inverno e spiagge d’estate, affinché in età pensionabile possano dire “l’ho fatto per i miei figli”, e successivamente i figli possano dire la stessa cosa, in una ruota senza fine in cui mai nessuno possa dire a se stesso “questo l’ho fatto per me stesso” o anche “l’ho fatto per l’umanità”.

Il risultato è altresì una schiera di intellettuali che hanno biblioteche di migliaia di volumi, che conoscono la letteratura, la storia, la filosofia, la psicologia, che conoscono complessi saggi di psicologia delle folle, che hanno letto Marx, Freud, Eco, ma che, se gli domandi "perchè viviamo e moriamo?, esiste Dio?", non sanno rispondere, ma non sanno rispondere neanche alla più banale domanda: "qual è la cosa più importante da insegnare ad un figlio, e che come prima cosa dobbiamo imparare noi stessi?"

02 luglio 2012

Forse su Bill Hicks è meglio specificare un paio di cosucce

Un po’ di tempo fa, e con questo intendo minimo minimo 1 anno fa, lessi sul meraviglioso sito di ComedySubs un commento che all’incirca faceva così: “Io credo che Bill, quando parlava del fatto che siamo tutti una cosa sola, intendesse che siamo tutti parte di una sola famiglia umana”. Non lo ricordo esattamente, purtroppo non ho il link relativo e cercarlo è una bella sfida, dato che non rimembro minimamente in quale discussione si trovasse all’epoca e si trovi tuttora. Comunque era una cosa del genere…

Forse è meglio precisare che quando Bill parla della sua esperienza grazie alla quale ha capito “che tutti noi siamo una cosa sola e la morte non esiste” 1) non stava scherzando e 2) intende proprio che siamo una cosa sola, non in senso figurato o metaforico ma pratico e tangibile. Intanto, come scrive lui stesso, ha davvero avuto un’esperienza del genere, di espansione della consapevolezza, dopo aver preso dei funghi allucinogeni: e il suo desiderio era quello di avere di nuovo questa esperienza ma senza “aiuti esterni”, diciamo, perchè ogni volta che la raccontava aveva meno credibilità di quanto meritasse proprio per il fatto di averla avuta sotto l’effetto di sostanze non proprio convenzionali (anche se ingiustamente illegali).

Ma oltre a ciò, quando lui dice, per esempio, “tutta la materia non è altro che energia condensata in una bassa vibrazione, facciamo tutti parte di una sola coscienza che ha esperienza di sè soggettivamente. La morte non esiste, la vita è solo un sogno e noi siamo l’immaginazione di noi stessi”, oppure “ho capito che la nostra vera natura è spirito e non corpo, siamo esseri eterni e l’amore di Dio è incondizionato. Non c’è nulla che potremmo fare per cambiare tutto questo, ed è solo una nostra illusione di essere separati da Dio o di essere soli. Infatti, la realtà è che siamo uno con Dio e Lui ci ama” non sta usando alcun tipo di metafore o analogie: intende esattamente proprio quello che dice. In “Live At Igby’s” è lui stesso a chiarificarlo: “E’ tempo di una nuova filosofia […] basata sui princìpi di Gesù, cioè amare il prossimo come sè stessi, perchè sapete una cosa? Lui è voi stessi. Letteralmente. Siamo letteralmente una cosa sola”. Più palese di così! Come deve dirlo, in accadico?

Probabilmente è qui che sta la sua immensa grandezza: riesce a trasmettere concetti piuttosto complessi e al limite dell’impossibile, per il nostro modo normale di vedere il mondo, con una semplicità e un’efficacia straordinarie. Credo che chiunque abbia guardato un suo spettacolo non sia rimasto indifferente al suo messaggio. Può non piacere il suo stile, o quello che dice, ma di fronte a certe perle di sapienza si rimane positivamente incantati, quasi spiazzati e intontiti. A me è successo proprio questo, quando una sera dell’ormai lontano dicembre 2008, mi sono deciso a guardare il suo show più breve, “One Night Stand”. Non mi aveva convinto, molte parti proprio non le avevo capite, il suo stile mi aveva lasciato un attimo perplesso. Non mi era piaciuto molto, ecco. Ma qualcosa di ciò che avevo sentito mi consigliava di dargli un’altra occasione. Il resto è storia.

Grandissimo Bill! Dopo oltre 3 anni e mezzo è ancora e forse più che mai una fonte di ispirazione, per me. E, andando a rileggere le sue affermazioni, penso che l’esperienza che ho avuto quasi un paio di mesi fa fosse abbastanza simile alla sua a livello di percezioni e di comprensione, anche se credo che lui sia riuscito ad andare più in profondità. Meglio così: significa che si possono scoprire e contemplare molte altre straordinarie meraviglie.

“Il tuo ego dovrebbe dissolversi e tu dovresti comprendere la vera natura della realtà, cioè la mente, che tutti noi siamo letteralmente una cosa sola, che la morte non esiste, che i nostri corpi sono un’illusione, che l’amore eterno di Dio è incondizionato e non ci abbandonerà mai, ben altro rispetto al mito della perdita della grazia divina che è solo un sogno illusorio, visto che Dio non ha mai smesso di amarci e noi possiamo svegliarci e ricordare l’eterno, incondizionato amore di Dio”.
Bill Hicks, “Live At Igby’s” - 1993