27 gennaio 2014

Quando il controinformatore casca nella rete del nemico

Ho letto un articolo sul sito Anticorpi.info nel quale si parla ironicamente dei mass media e delle persone che ne fruiscono. Vengono elencati 11 punti da seguire per fare felici chi i mass media li controlla, perchè anche loro hanno “un cuore ed una sensibilità che bisogna rispettare” ed è quindi il momento di dire “basta coi discorsi complottardi e cerchiamo di amarli e rispettarli per ciò che sono, cioè degli onesti professionisti della comunicazione”. E’ un bell’articolo, divertente e amaro allo stesso tempo, un piccolo momento di sdrammatizzazione della situazione generale, in grado di strapparvi qualche sorriso.

Ma perchè ve ne parlo? Perchè c’è un punto, più precisamente il settimo, che evidenzia un grande, enorme limite/ostacolo/trappola nella quale tantissimi controinformatori cascano come pere cotte. Mi ci inserisco anch’io: sono consapevole di esserci finito dritto dritto dentro e di esserci rimasto per almeno un paio d’anni. Notare che il fatto di essere consapevole di questa cosa mi ha “allontanato” da essa, me ne ha “liberato”… Ah, la consapevolezza!

Comunque, ecco il punto incriminato:

7 - Tutte le volte che mandano un film, qualsiasi tipo di film, accoglierlo come un fatto artistico e culturale, da recensire e criticare come dei veri intellettuali post-moderni, e reprimere il pensiero ribelle secondo cui qualsiasi film non è che una favoletta di merda per adulti, praticamente uguale alle favolette per bambini; roba con cui si viene sedati con l'illusione di vivere le forti emozioni che ormai in prima persona non si vedono più manco col cannocchiale.

Si parla dei film, in questo caso, ma il discorso è ampliabile praticamente a qualsiasi forma d’arte, tipo la musica per esempio. E il nodo centrale è proprio l’arte. Orsù dunque, dove si cela il baco? Nella negazione dell’arte stessa. Il ragionamento è questo: stiamo parlando di mass media, quindi di mezzi controllati dalla solita èlite impropriamente chiamata “Illuminati” e dunque tutto quello che in questi mezzi passa è pura merda, funzionale solo ed esclusivamente agli scopi degli Opachi. (Vogliamo cambiargli il nome, per favore? “Illuminati” non è proprio giusto, per niente. Un vero “illuminato” non può essere cattivo perchè sente intimamente l’assoluta perfezione dell’armonia universale. Poi di questo ne parlerò magari nel prossimo post più approfonditamente… Intanto cambiamogli il nome, che dite? Da “Illuminati” a “Opachi”, perchè proprio “Illuminati” è ampiamente fuori luogo)

E’ vero che, in tv, di merda clamorosa ce n’è a bizzeffe. Eppure anche quella merda porta con sè la possibilità potenziale della consapevolezza. Ne ho parlato bene bene nell’ultimo articolo: tutto ciò che entra in relazione con noi, e con “tutto” intendo letteralmente TUTTO, genera una tensione, un’interazione, un conflitto, un attrito e da questo “sfregamento” c’è sempre la possibilità che emerga una nostra presa di consapevolezza di qualcosa. Tutto l’esistente è a servizio di quella roba qua: CONSAPEVOLEZZA. Quello che accade e che in qualche modo ci coinvolge ha uno e un solo scopo: renderci più consapevoli. Noi, a nostra volta, entriamo in contatto con gli altri in millemila modi diversi e lo facciamo con uno e un solo scopo: portare loro consapevolezza.

Quindi? Quindi anche tutto ciò che facciamo, anche giustamente, rientrare nella categoria mentale “merda fantasmagorica”, entrando in relazione con noi, ci rende più consapevoli. Di cosa? Non lo so, è diverso per ogni individuo. Questa relazione tra l’oggetto e noi, tra l’oggetto e il soggetto, è potenzialmente arte. L’arte non è nell’oggetto, ma nella sua relazione con l’osservatore. L’arte è la relazione, il contrasto, l’attrito nel momento in cui ci “tira fuori” dal mondo. Un qualcosa di simile a quello che capita quando vedete una cosa meravigliosa: ne rimanete incantati, non sapete perchè ma è straordinariamente stupenda. Può essere una frazione di secondo o di più, molto di più, poco importa. Ad esempio, mi rivolgo ai maschietti: vi è mai capitato di incrociare il volto di una ragazza ed esserne rimasti incantati in contemplazione? Manco vi viene da pensare al sesso o altre robe così: siete letteralmente rapiti da quel momento, il mondo sparisce e rimane solo l’attimo di incontenibile stupore. Altro che il sesso… Ecco, tendenzialmente un evento del genere dura come minimo un po’ di secondi, se non minuti o anche di più, per cui è più semplice accorgersene. Ma l’attimo di “fuga dal mondo” può durare davvero anche solo una frazioncina di secondo e potreste anche non accorgervene lì per lì. Quell’attimo qui è arte.

Vi avevo già detto del servizio di Superquark, no? Era palesemente una puttanata eclatante. Eppure, entrando in relazione con me, mi ha stimolato e mi ha reso consapevole di qualcosa che prima era per me invisibile.

Quindi, in definitiva, il ciclopico “errore” che commettiamo molto spesso è di precluderci la possibilità di divenire più consapevoli, dicendo a prescindere che un qualcosa è una merda inutile. Chiariamo subito la terminologia: quando dico “precluderci” non lo intendo in senso duro, ovvero: il fatto che noi vediamo/ascoltiamo qualcosa e la etichettiamo come “merda” a prescindere (nel nostro caso perchè viene da un mezzo di informazione controllato dai cattivoni) non mette un muro invalicabile tra noi e la consapevolezza. Il motivo è semplice: TUTTO è consapevolezza, anche l’ipotetico muro. Mettiamo comunque caso che il muro non sia consapevolezza, ok? Dio, e cercate di capirmi quando scrivo “Dio”, è troppo… troppo, infinito, illimitato e chi più ne ha più ne metta. Detto in termini papali papali: fa quel cazzo che gli pare. Per cui noi possiamo mettere muri su muri, fortezze e fortini, ridurre teoricamente al minimo la possibilità di diventare consapevoli, di “vedere” l’arte, eppure BAM! arriverà sempre la folgorazione dell’attimo inspiegabile, se così deve essere.

L’etichettare tutto negativamente come “proveniente dai soliti noti e dunque dannoso e dunque da rifiutare e denigrare a prescindere perchè non degno” eeh… Non so… L’ho fatto anch’io pesantemente, in passato, soprattutto in ambito musicale e non mi ha portato chissà quali benefici, se non appunto rendermi consapevole della questione (ed è proprio per questo motivo che si è verificato). Smettere di “vedere il sogno”, ovvero di concedersi la possibilità di non dare tutto per scontato, spiegato, appurato ed assodato (per di più connotandolo negativamente), è proprio ciò per cui gli Opachi si battono, il che significa che il controinformatore, paladino della Resistenza, casca come un pollo proprio nelle grinfie del suo grande nemico senza nemmeno rendersene conto.

Spero di avermi stato spiegato bbene. Non sto parlando di credere a quello che la tivù dice. Crederci o no non mi interessa, non c’entra una mazza col discorso. Intendo solo dire: occhio, perchè la meraviglia (leggi “consapevolezza”) si nasconde ovunque. State pronti…

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